Lavori al mercato, i venditori protestano

All’inizio di maggio l’apertura di un cantiere sul lato di via Boccaccio, poi bloccato dopo alcuni giorni contrassegnati da gravi disagi. Ida Laurenti: «Ho dovuto spostare il mio banco e nessuno ci ha dato alcuna spiegazione»
Sta diventando una storia infinita quella dei cantieri aperti in città e, chissà poi perchè, sospesi senza dare spiegazioni. L’ultimo caso riguarda il mercato coperto di via Boccaccio. Lo scorso 2 maggio, senza che nessuno degli operatori della struttura fosse stato preavvertito, è stato chiuso l’accesso al mercato da via Boccaccio e quindi è stato allestito un cantiere di lavoro che ha costretto tutti i banchi che erano collocati in quella area a cambiare posizione. I lavori hanno preso il via immediatamente: i martelli penuematici, i compressori sono entrati in azione rendendo il lavoro dei venditori veramente difficile a causa del frastuono. Poi, all’improvviso, dopo una decina di giorni, lo stop. Gli operai non si sono fatti più vedere lasciando il cantiere chiuso con tutti i disagi irrisolti, sia per i rivenditori sia per gli utenti. Una situazione che ha sta creando parecchio malumore e le proteste non sono mancate.


«Nessuno ci aveva detto niente sui lavori che dovevano essere fatti - dice Antonella Giuliano -. È successo tutto in fretta, alcuni colleghi hanno dovuto spostare all’improvviso la merce e cambiare posizione. Noi che eravamo sull’angolo siamo rimasti fermi ma, come potete vedere, lavorare in queste condizioni è sempre molto difficile. Bisogna qualche volta fare gli acrobati. Nei primi giorni abbiamo dovuto supportare un rumore assordante. L’abbiamo fatto sperando che tutto si concludesse in fretta, Ora invece tutto è fermo, ma, visti gli spazi occupati dal cantiere è difficile lavorare».


Ida Laurenti non ha dovuto spostare il suo punto vendita ma è molto perplessa per come si sta sviluppando la situazione: «Quando sono iniziati i lavori – dice - ci siamo recati dal direttore dei mercati per chiederete lumi. Ci ha risposto in maniera evasiva, dicendo che l’architetto che aveva preparato il progetto non voleva farcelo vedere per paura che chiedessimo qualche modifica. Una risposta che ci ha lasciato perplessi visto che, nonostante la tanto decantata trasparenza pubblica, si ricevono certe risposte. Per questo motivo sappiamo solo, e per sentito dire, che il cantiere serve per predisporre delle ’casette’ transfrontaliere. Ben venga ogni iniziativa che possa dare vita al mercato ma perché prima di iniziare non sono stati sentiti coloro che operano nella struttura e che quindi hanno sicuramente una adeguata esperienza per poter dare qualche consiglio utile?”


Il malumore è generale. Qualcuno preferisce non parlare per non trascendere. Gabriella Lopresti, che ha dovuto spostare il suo banco, sottolinea il disagio che sta comportando il cantiere: «Oltre ai rumori che abbiamo dovuto sopportare – dice – è penalizzante per noi la chiusura dell’accesso da via Boccaccio. La gente deve fare un giro più largo e quindi cambiare le sue abitudini. Non resta che sperare che tutto si risolva al più presto. L’unica cosa che mi lascia perplessa è il perché ci hanno lasciato all’oscuro di tutto».
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