L’azione di esperti che conoscono le razze

Sottratte solo le “Grigio alpina”, esemplare pregiato. Indagini dei carabinieri anche oltreconfine
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-05.04.2016 Conferenza stampa-Carabinieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-05.04.2016 Conferenza stampa-Carabinieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Se il bene rubato, in fondo, tradisce la mano che lo ha sottratto allora in questo caso non ci sono molti dubbi: chi di notte ha prelevato le mucche della landa carsica conosceva molto bene questi quadrupedi. Era un esperto. Perché ha scelto di prelevare una razza pregiata, la cosiddetta “Grigio alpina”, e guardacaso ha razziato proprio gli esemplari gravidi, che hanno chiaramente un valore maggiore sul mercato.

Il prezzo di un bovino di questa famiglia, peraltro oggetto di studio da parte dell’Università, che da qualche anno sta tentato di valorizzare le specie autoctone, si aggira tranquillamente sui mille euro. Si capisce bene che quello assestato ai primi giorni di febbraio è un colpo significativo per il bilancio di un’azienda che vive grazie a quel tipo di attività.

I carabinieri di Doberdò del Lago, ieri mattina dopo la denuncia dell’allevatore, hanno immediatamente avviato le indagini, compiendo sopralluoghi protrattisi fino al primo pomeriggio. Sono al lavoro per risalire agli autori del brutale furto, che ha causato anche la morte di altre due mucche, rimaste con le zampe spezzate. Ma la ricostruzione dell’accaduto è ostacolata dal fatto che sono trascorsi diversi giorni tra il fatto e la sua segnalazione, dunque i rilievi e l’eventuale scoperta di tracce sono in parte inficiati anche da questa circostanza, dal momento che si tratta, oltrettutto, di spazi all’aperto e dunque sottoposti agli agenti atmosferici.

Prelevare le sei mucche non deve esser stato molto difficile, visto che l’area è semplicemente recintata con fili a bassa tensione, sollevabili senza sforzi eccessivi, pure per consentire il pascolo. Trattandosi di una strada, quella presumibilmente utilizzata dai ladri, impiegata anche da altri mezzi, compresi quelli della Forestale, il “ratto” delle mucche non può essere avvenuto di giorno. Inoltre i ladri devono aver utilizzato veicoli appositi, visto che non potevano certo permettersi di caricare i bovini su un’automobile o di farli tranquillamente scorrazzare sulla strada, allungando notevolmente i tempi dell’operazione.

I carabinieri hanno diramato un’informativa a tutti i comandi della zona, compresa l’area oltreconfine, perché allo stato attuale dei fatti non si può escludere neppure la pista slovena.

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