L’Azzurra calcio ritira la maglia numero 8 Donata a papà Roberto e mamma Daniela

Bumbaca Gorizia 30_07_2020 Funerale Stefano Borghes campo sportivo Azzurra arrivo persone ed inizio Messa © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 30_07_2020 Funerale Stefano Borghes campo sportivo Azzurra arrivo persone ed inizio Messa © Foto Pierluigi Bumbaca



La maglia numero 8 nella formazione Esordienti dell’Azzurra sarà per sempre di Stefano. Nessuno la indosserà più: il presidente Luca Peresson, al termine della cerimonia funebre allo stadio Bonansea di Straccis, ha consegnato infatti nelle mani dei genitori di Borghes, papà Roberto e mamma Daniela, la casacca con cui il tredicenne scendeva abitualmente in campo. Un gesto importante, fortemente voluto dall’intera famiglia dell’Azzurra per testimoniare la propria partecipazione a un lutto che ha sconvolto ogni componente della società in cui Stefano ha mosso i primi passi da calciatore.

Stefano era entrato, infatti, nel settore giovanile azzurrino sei anni fa, e da subito si era fatto benvolere da tutti. Ed è anche per questo motivo, per quel carattere gioviale, allegro e per quei valori che portava con sé, che tutto il mondo-Azzurra ha voluto ricordarlo al termine della funzione religiosa donando la sua maglia alla mamma, al papà ed alla sorella. L’abbraccio commosso e intenso tra il presidente Peresson e i genitori di Stefano, proprio mentre le esequie stavano per concludersi, è stato uno dei momenti più toccanti del pomeriggio di ieri.

Mancherà a tutti, Stefano, in quel piccolo ma unito pianeta che veste i colori azzurrini: la macchina organizzativa del club in questi giorni ha lavorato alacremente per rendere impeccabile l’ospitalità di una cerimonia che ha richiamato un migliaio di persone. Una ventina i volontari azzurrini che ieri erano presenti per dare una mano a Protezione civile e Scout nella gestione di un pomeriggio molto sentito dall’intera comunità goriziana: tutti indossavano i colori del club così come i bambini del settore giovanile, posizionati accanto ai ragazzi del centro estivo parrocchiale. L’Azzurra, anche in questo giorno così difficile, ha seguito la linea tenuta sin dai primi momenti successivi alla tragedia: quella cioè di mantenere un profilo basso, evitando di rilasciare dichiarazioni per rispettare il dolore della famiglia, pienamente condiviso anche dal club dove Stefano è cresciuto sia calcisticamente nel suo ruolo di attaccante sia come persona. E quel gesto di fair play diventato noto ormai in tutta Italia, con cui lo scorso anno Borghes ha vinto il premio “Le eccellenze dello sport” promosso da Associazione Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, Stelle al merito dello Sport del Coni e Panathlon International Club, è esemplificativo dell’educazione di Stefano, che con un compagno aveva preferito soccorrere un avversario infortunato a terra piuttosto che segnare un gol facile in una partita contro i monfalconesi dell’Aris San Polo.

È diventato così un esempio da seguire per tutti, Stefano: e non a caso a salutarlo per l’ultima volta oltre al calcio c’erano i rappresentanti della società Baseball di Gorizia e la scuola di danza Giselle, assieme a tanti esponenti di spicco del mondo dello sport e del suo amato calcio. Rappresentanti di altre società goriziane, ma anche i vertici dello sport e del calcio regionale come un emozionato Giorgio Brandolin, presidente del Coni regionale, e il numero uno del movimento dilettantistico del nostro calcio, Ermes Canciani. «Esprimo alla famiglia – ha detto Canciani a margine della cerimonia – il cordoglio di tutto il mondo del calcio regionale per questa tragedia assurda: c’è grande sgomento in tutti noi, anche perché Stefano rappresentava pienamente i valori più belli della nostra disciplina, come testimonia l’episodio di grande sportività che lo ha visto protagonista e meritevole di ricevere un premio». —

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