Le cucine Snaidero entrano nel mirino di due gruppi cinesi

MILANO. Il gruppo Snaidero potrebbe presto passare in mani cinesi. Raggiunto telefonicamente, Roberto Snaidero ha confermato le voci riportate ieri da Il Sole 24 Ore in merito all’interessamento da parte di due gruppi cinesi, oltre che di due fondi di private equity internazionali, verso il gruppo di Majano (Udine). «Non smentisco l’interessamento, ma non me la sento di aggiungere altro. Sono interessato in quanto azionista, ma non sono io a decidere». Una prudenza dettata dal fatto che esistono procedure e organi interni all'azienda (a cominciare dal cda) chiamati a prendere una decisione in merito, ma è un dato di fatto che stanno entrando nel vivo le trattative per cedere la quota di maggioranza di un’azienda simbolo del territorio regionale.
Chissà che sull’interesse cinesi non abbiano pesato proprio la visibilità e le relazioni create negli anni dallo stesso Roberto Snaidero, indicato dal settimanale Milano Finanza tra i 100 italiani più in vista nel Paese del Dragone, grazie alle relazioni intessute da presidente di Federlegno-Arredo, culminate lo scorso anno con l’organizzazione, a Shanghai, del primo Salone del Mobile (fuori Milano). E a novembre vi sarà la nuova edizione, con l’imprenditore friulano che nel frattempo ha finito il mandato da leader nazionale di Federlegno-Arredo, ma ha mantenuto la guida della sezione dedicata alla Cina. Un riconoscimento alla sua attività di promozione del made in Italy nel primo mercato di consumo al mondo.
Basti pensare che nel 2011, quando l’associazione ha cominciato a guardare al gigante asiatico, quel mercato valeva intorno agli 80 milioni per le aziende italiane dell’arredo, oggi si avvicina ai 400 milioni. Tornando all’azienda, il dossier è nelle mani di Kpmg Corporate Finance, advisor che si occuperà di vagliare le quattro offerte non vincolanti ricevute, guardando non solo all’offerta messa sul piatto, ma anche al piano di sviluppo per il gruppo, costituito dai marchi Snaidero, Arthur Bonnet, Comera, Rational e Regina. Che ha passato una fase difficile, durante la lunga recessione che ha colpito l’Italia, ma da tempo ha ripreso a crescere. La prima svolta è arrivata nel 2013, con il piano di ristrutturazione del credito bancario per 114 milioni di euro, seguito dalla decisione di vendere la divisione attiva nel franchising.
Da quel momento la società della famiglia Snaidero si è concentrata sul piano di rilancio con investimenti tecnologici, industriali e commerciali, che hanno garantito nel 2016 un’impennata dell’export nell’ordine del 34,3%, accompagnata da una crescita sul mercato interno nell’ordine del 6,2%. Per un fatturato totale di 126,6 milioni di euro, in progresso dell’8%. Ora, al compimento dei 70 anni dalla fondazione, si avvicina la svolta. L’arrivo di un partner internazionale consentirebbe di accelerare ulteriormente sul fronte dell’internazionalizzazione, che già oggi vede 450 punti vendita in 86 Paesi. Non solo i mercati occidentali, ma anche gli emergenti. Come dimostra la recente apertura di uno showroom a Orano, la seconda città per importanza dell’Algeria, dopo quella a Johannesburg, in Sud Africa.
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