Le fronde degli alberi rendono inutilizzabili i rilevatori di velocità

Oscurato in via Colombo il Sicurvelox alimentato dal sole L’impianto potrebbe essere trasferito in viale Trieste
Bumbaca Gorizia 22_02_2019 Gradisca, indicatori velocità © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 22_02_2019 Gradisca, indicatori velocità © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Da 13 anni “monitorano” la velocità degli automobilisti sul territorio gradiscano. Uno con discreti risultati, ma l’altro – per la verità – pareva quasi finito nel dimenticatoio a causa dei suoi malfunzionamenti, tanto da venire “oscurato” anche dalla vegetazione circostante. Stiamo parlando dei “mitologici” Sicurvelox, i due pannelli radar – alimentati sia da pannelli solari sia dalla rete pubblica – sono in grado di segnalare all’automobilista la sua velocità di crociera rendendola poi immediatamente visibile su un display luminoso. Un deterrente psicologico, insomma.

Sperimentato ed utilizzato da oltre un decennio nel Nord Europa e negli Stati Uniti, il Sicurvelox permette al conducente di comprendere immediatamente se la propria condotta è entro i limiti. A lui poi la scelta se continuare a pigiare sull’acceleratore.

Il Comune della Fortezza era stato il primo a dotarsene nel lontano 2006, collocandone uno in via Colombo ed uno in via Roma, all’altezza della scuola media “della Torre”. Se quest’ultimo, allacciato alla rete della pubblica illuminazione, a sentire la Polizia Locale ha prodotto buoni risultati, non altrettanto si può dire di quello collocato in via Colombo, uno dei principali ingressi a Gradisca nonché prosecuzione della strada provinciale che da Moraro conduce a Gradisca. A quanto si apprende dai servizi manutentivi, quel Sicurvelox non può essere allacciato alla rete elettrica pubblica, ma solo attraverso la luce del sole. E la particolare posizione non sembra affatto favorire lo scopo, tanto che di fatto il pannello non è in funzione da tempo perché la sua batteria si è completamente scaricata. Sono in molti a chiedersi se questo non sia uno spreco, ma soprattutto – visto che i rilevatori sono facilmente rimovibili – se non sia il caso di ripararlo e collocarlo in zone altrettanto pericolose del sistema viario gradiscano. Due nomi su tutti: viale Trieste, teatro di sinistri anche gravi a cadenza pressoché mensile, e via Aquileia, da cui il Comune tre lustri fa fu costretto per le normative a rimuovere i dissuasori artificiali dalla carreggiata.

Molto dipenderà anche dalle indicazioni contenute dalla revisione del piano comunale del traffico, ma l’idea non sembra dispiacere ai gradiscani. –



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