Le grandi manovre per il Magazzino 26

Tutto, o molto, in futuro ruoterà attorno al Magazzino 26 del Porto Vecchio. «Sarà un grande contenitore culturale e diventerà il punto di riferimento museale di Trieste e non solo, promette l'assessore Giorgio Rossi. Nell'edificio sorgerà innanzitutto il Museo del Mare, attualmente in Campo Marzio. E poi un “center visitor”, vale a dire un attrezzato infopoint pensato soprattutto per i visitatori che approdano a Trieste in pullman. «Almeno là il parcheggio non manca», fa notare l'esponente della giunta Dipiazza.
Spazio poi a bookshop, mostre, eventi e laboratori di ogni tipo. «È un luogo centrale, è perfetto, lì ci sono possibilità per tante aree espositive, ma dobbiamo pensarle con una visione transfrontaliera con reti di collegamento con Vienna, Lubiana, Capodistria, Belgrado. Finalmente faremo qualcosa in quell'enorme posto». Il collegamento con il centro cittadino sarà assicurato da un bus-navetta. «Ho già contattato la Trieste Trasporti, costa poco farlo», annota l'assessore. «Ma la navetta potrà portare le persone anche a San Giusto e negli altri punti espositivi».
E l'Icgeb che cerca casa in Porto Vecchio? «Sono in attesa di una conferma delle disponibilità finanziarie che saranno dedicate all'istituto, cioè 12 milioni di euro - evidenzia Rossi -. Non sono assolutamente contrario che trovi posto in Porto Vecchio, al Magazzino 26. Cioè... Mi turo il naso e dico sì. Lo mettano, ma penso che dovremo andare a discutere con la Regione la collocazione esatta. Comunque preferirei che non fosse il Magazzino 26, bensì un’altra struttura, perché quello è uno spazio che, come ho detto, ha la possibilità di diventare un grande espositore museale per l'intera città, e non solo, e a costi molto bassi. Cioè, se devo mettere un museo lì, che è tutto libero, investo per una ristrutturazione pensata per inserirci tutto. Se invece sono costretto ad andare a sistemare un vecchio magazzino da un'altra parte, i costi sono decisamente più alti e non conviene. Come noto quell'edificio è già stato ristrutturato esternamente, l'ha fatto l'Autorità portuale, quindi bastano ancora pochi soldi per rifinirlo internamente. Dico semplicemente che per noi piazzare un museo altrove costa di più. E poi l'Icgeb ha bisogno di laboratori, la struttura non è adatta. Ci tengo però a sottolineare - precisa l'assessore - che naturalmente noi intendiamo allinearci alle decisioni di Roma: se lo Stato mi dice di collocare là la sede, lo faremo. È solo un problema di scelte e di opportunità. Come possibile essere contrario con chi ti finanzia progetti per 50 milioni di euro?».
Il 2017, per la cultura, sarà comunque un anno “sperimentale”. «Già - rimarca ancora Rossi - cerchiamo di fare in modo che il Comune diventi un attrattore di iniziative, aprendo la città alle manifestazioni - spiega -. È il motivo per cui mettiamo a disposizione il Salone degli Incanti senza far pagare 3.500 euro al giorno per chi viene a fare mostre ed eventi. Offro lo spazio, senza far pagare a chi espone i costi di luce, acqua e gas. Per fare questo però serve una co-organizzazione degli eventi, poi si decide chi incassa e quanto». (g.s.)
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