Le micro-nazioni: fra utopie, evasioni fiscali e realtà

Ci aveva provato un bolognese con una piattaforma petrolifera abbandonata. Ma non è il solo

E se vi dicessi che il paradiso terrestre esiste e che si trova nel Mar Adriatico a 65 chilometri circa dalle coste italiane e croate? Ebbene sì, mentirei, ma forse è solo una questione di tempo. Infatti il progetto di creare una piattaforma artificiale (un Monolite con diametro di 300 metri) su cui fondare la “Libera Repubblica dell'Isola di Eden” esiste ed è attualmente in cerca di finanziamenti. Sopra non ci troveremmo però Adamo ed Eva, ma persone normali che hanno deciso di abbandonare la cittadinanza italiana per quella edeniana, con tanto di passaporto, lingua e moneta proprie.

Questa iniziativa si rifà specificatamente allo sfortunato tentativo di creare uno stato indipendente di Giorgio Rosa, ingegnere bolognese che fondò nel 1968, a 11 chilometri dalle coste romagnole su una piattaforma artificiale la micronazione denominata “Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose”, demolita neanche un anno dopo dalla polizia italiana.

Ma che cosa sono le micronazioni? Si tratta di piccole entità fondate da un singolo o da piccoli gruppi che si dichiarano nazione indipendente, solitamente non riconosciute da alcun governo. In tutto simili agli stati sovrani, tranne che nelle dimensioni, hanno loro forma di governo, costituzione, istituzioni, moneta, inno, bandiera, lingua. Possono nascere per fini ricreativi, per protesta, per pubblicità, per fini fraudolenti, ma anche per genuino desiderio di indipendenza.

Qualche esempio tra esistenti ed esistite: Waveland, fondata dagli attivisti di “Greenpeace” per protesta verso le estrazioni petrolifere; l'Isola di Pitcairn, un atollo paradisiaco per 50 abitanti, discendenti degli ammutinati del Bounty; l'enorme Nazione dello Spazio Celeste che rivendica come suo territorio l'intero cosmo; e moltissime altre con storie più o meno bizzarre e finalità disparate, come L'Impero Americano, che disporrebbe di una colonia su Marte e di un pianeta proprio di nome Verden, oppure Choconya, la repubblica del cioccolato.

Non sempre però le micronazioni riescono a raggiungere il sogno di avere un proprio territorio, molte sono esclusivamente virtuali, molte rimangono solo un progetto su carta. Sono realtà che i meno ottimisti ritengono utopistiche, ma che riescono a raggiungere anche un ragguardevole numero di simpatizzanti, come il Principato di Hutt River, fondato nel 1970 in Australia, che si estende su una superficie di 75 chilometri quadrati e vanta una cittadinanza di circa 20.000 abitanti.

Solitamente figlie di ideali di uguaglianza e tolleranza, che si esprimono anche con interessanti prese di posizione. Così recita il secondo articolo della costituzione della NeoRepubblica Kaotica di Torriglia: ”La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, della donna, dei transessuali, dei bambini, degli animali, dei vegetali e dei funghi.”

Chissà che allora il vostro appartamento non possa diventare sede di una micronazione, che il vostro cane o gatto non possa essere investito della carica di barone o di conte, che non possiate muovere formalmente guerra al rumoroso vicino, oppure proclamare festa nazionale tutti i lunedì dell'anno.

Giuliano Masucci

Classe 4.a C

Liceo scientifico G. Oberdan

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