Le perplessità di Mercalli: «È davvero necessaria? Non mi pare una priorità»

Il presidente della Società meteorologica italiana interviene sul tema «Servono risposte scientifiche su alternative e impatto ambientale» 
Lilli Goriup

il giornalista



Luca Mercalli frena la cabinovia. «Ce n’è davvero bisogno? Non dico no a priori ma si valuti in base a dati oggettivi». Il noto giornalista scientifico, presidente della Società meteorologica italiana, desidera intervenire nel dibattito triestino.

Come ne è venuto a conoscenza?

Ricevo quotidianamente da tutta Italia mail di cittadini indignati per il taglio di una foresta, un fiume inquinato, un’autostrada. ..o nel caso di Trieste la cabinovia. È vero che in genere gli impianti a fune sono meno impattanti, in termini di consumo di suolo, rispetto alla realizzazione ex novo di linee viarie. Tuttavia mi sembra che, nel vostro caso, le critiche mosse al progetto siano meritevoli di attenzione.

Perché?

Il progetto prevede importanti interventi di disboscamento, anche in aree protette. Giornate di disservizio, a causa della bora, fenomeno meteorologico tendenzialmente in aumento. C’è poi l’impatto paesaggistico che arrecherebbe in una città splendida come la vostra. Esistono molte altre priorità in campo ambientale e questa non mi appare affatto urgente.

Bora in aumento?

Con l’aumento della temperatura globale ci si attende che in tutto il mondo i fenomeni estremi crescano in frequenza, intensità o entrambe: le tempeste si fanno più violente, le alluvioni più intense. Idem il vento. Ma è un aspetto marginale della riflessione. Il punto è che i grandi investimenti infrastrutturali sono sempre un danno per l’ambiente: un conto è averne davvero bisogno, come nel caso di un depuratore di acque reflue, e un altro la cabinovia. È davvero necessaria? Non ci sono alternative? Quanta energia si consumerebbe per costruirla e quanto carbonio? Ciò è compatibile con il Green deal europeo? Quali sarebbero poi i costi di gestione? Bisogna rispondere a queste domande in maniera scientifica. Altrimenti si rischia di trovarsi con un’opera che si usa poco e nel lungo periodo costa molto.

Esistono altri esempi?

In Piemonte sono andati in rovina gli impianti per le Olimpiadi invernali del 2006. Ma a Cortina stanno ricostruendo tutto uguale. L’autostrada Brebemi, che fu data per risolutiva, non ha sgravato il traffico in Val Padana. Ci sono molti esempi, in generale c’è un gusto per il giocattolo nuovo, che però poi resta lì. All’estero c’è un ampio dibattito sul tema, soprattutto per quanto riguarda le grandi infrastrutture trasportistiche. Meno inaugurazioni, più manutenzioni, insomma.

I 48 milioni di euro Pnrr, veicolati dal ministero dei Trasporti, risultano vincolati al progetto di cabinovia.

Si può rinunciare. Se vi regalano un costoso intervento in una clinica, ma questo intervento può essere solo l’amputazione di una gamba, che fate? —© RIPRODUZIONE RISERVATA

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