Le prostitute al tempo della crisi

Dibattito alla Casa delle donne: per lavorare chiedono l’abolizione del reato di favoreggiamento
Di Giulia Basso
20090717 - CLJ - ROMA - PROSTITUZIONE: CONTROLLI NELLA NOTTE A ROMA - Alcune prostitute in via Salaria a Roma, durante i contolli della Polizia per contrastare il fenomeno della prostituzione, questa notte, 17 luglio 2009. ANSA/ CLAUDIO PERI /DBA
20090717 - CLJ - ROMA - PROSTITUZIONE: CONTROLLI NELLA NOTTE A ROMA - Alcune prostitute in via Salaria a Roma, durante i contolli della Polizia per contrastare il fenomeno della prostituzione, questa notte, 17 luglio 2009. ANSA/ CLAUDIO PERI /DBA

Che effetto farà ripubblicare dopo diciott’anni, in un periodo in cui escort e potere vanno a braccetto, un libro come “Sesso al lavoro"? Se lo domanda e prova a trovare una risposta Bia Sarasini nella sua introduzione alla nuova edizione del libro-inchiesta sulla prostituzione di Roberta Tatafiore, presentato ieri alla Casa Internazionale delle Donne dalla curatrice insieme a Gabriella Musetti (Società Italiana Letterate) e Pia Covre (Comitato per i diritti civili delle prostitute). Femminista e libertaria convinta, Tatafiore è stata prima di tutto una giornalista, svezzata al Centro Studi Virgina Wolf, come Rossana Rossandra, fondatrice con Maria Adele Teodori del mensile “Lucciola” e collaboratrice per varie testate, da L’Unità a Il Giornale. E’ morta suicida nel 2009. In “Sesso al lavoro” la Tatafiore presenta il risultato di un’inchiesta che l’ha portata a girare per l’Europa intervistando donne di ogni genere. Le descrive senza pregiudizi. Il tutto a sostegno di una tesi, ovvero che, nel momento in cui non c’è sfruttamento o costrizione, vendere il proprio corpo è un lavoro come un altro. Un assunto provocatorio anche per molte femministe, ma che alla luce dell’intreccio tra sesso e potere entrato con prepotenza nelle cronache politiche degli ultimi anni non sembra poi così lontano dalla realtà. “Il libro è stato ristampato perché è un libro anticipatore nella sua analisi sulla prostituzione – spiega Sarasini -. Per esempio nel trattare il tema dei trans Tatafiore aveva previsto lucidamente il posto che avrebbero occupato nel mercato del sesso, anche perché forniscono quell’accudimento, quell’accoglienza e quella tenerezza che nelle prostitute “ordinarie” non si trovano”. L’altro aspetto d’attualità del libro, spiega Pia Covre, è il fatto che Tatafiore assuma il punto di vista delle sex workers e analizzi il mercato del sesso come un qualsiasi altro mercato, secondo la legge della domanda e dell’offerta. «Certo, rispetto a 20 anni fa ne sono cambiate di cose, eppure anche nelle manifestazioni femminili - nota Covre - è rimasta in qualche modo l’idea di una divisione tra donne per bene e donne per male, che in questo caso sono state identificate con le Olgettine, con la d’Addario e via dicendo». Da questo punto di vista c’è ancora molta strada da fare se le giovani donne, osserva Sarasini, pur praticando il sesso liberamente si sentono offese nella dignità dai comportamenti delle varie Ruby di cui hanno tanto parlato i media italiani. Il percorso verso la libertà sessuale è ancora lungo, anche dal punto di vista legislativo. La proposta di qualche tempo fa di Mara Carfagna di reintrodurre il reato di prostituzione per la strada, dice Sarasini, «sembrava più una proposta anti-immigrate. Anche la possibilità di denunciare i propri sfruttatori in cambio di un permesso di soggiorno spesso non serve a nulla: nelle pratiche di respingimento succede che non si chieda alle migranti neppure l’identità». Le sex workers chiederebbero che si abolisse almeno il reato di favoreggiamento della prostituzione: basterebbe mantenere il reato di sfruttamento, poiché una denuncia per favoreggiamento può partire anche nei confronti di chi pubblica annunci di sesso a pagamento.

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