Le protesi del futuro oggi alla Sissa

Una ragazza in mezzo alla pista da ballo. Si muove a tempo, con eleganza. È bella. Indossa un abito scollato, la gonna al ginocchio e solo lì scopri che le manca una gamba. O meglio, al posto di quella naturale ne ha una di metallo leggero, ipertecnologica. Non fa nulla per nasconderla, nulla per ostentarla. Siamo di fronte a una nuova estetica del corpo umano, che nasce ed evolve dagli avanzamenti scientifici, con nuovi e involontari testimonial, come Oscar Pistorius, il corridore sudafricano. È la nuova frontiera in campo di ricerca biomedica: creare protesi meno invasive, facilmente indossabili, come vere estensioni del corpo umano. Estetica, funzionalità e potenza tecnologica. Di tutto questo parlerà oggi alle 11 alla Sissa, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati, Maria Chiara Carrozza, professore di Ingegneria biomedica e biorobotica, e rettore dell’Istituto superiore Sant’Anna di Pisa.
«Oscar Pistorius ha indirettamente contribuito a modificare molto l'immagine del portatore di protesi», spiega la stessa Carrozza. «Oggi possiamo ritenere bello un soggetto che porta una protesi se la protesi diventa funzionale e permette al soggetto di ottenere prestazioni elevate nel cammino o nella corsa, in questo senso estetica e funzionalità sono collegate e diventano sinonimi. Una protesi che funziona diventa anche bella».
La conferenza sulle nuove frontiere della scienza che studia i dispositivi protestici - che si ispira mutuandola anche come titolo alla «Bellezza dell'uomo “aumentato”» - si terrà come detto oggi alle 11, nell’Aula magna della Sissa.
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