Le uniformi colorate alla vigilia della guerra

A vederle, belle come sono, si comprende facilmente perché capita di parlare di fascino della divisa. Ma la mostra che viene inaugurata oggi, alle 18.30, ai musei provinciali di Borgo Castello, non...
Bumbaca Gorizia 08_05_2014 Museo Borgo Castello conf. stampa mostra UNIFORMI - Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 08_05_2014 Museo Borgo Castello conf. stampa mostra UNIFORMI - Foto Pierluigi Bumbaca

A vederle, belle come sono, si comprende facilmente perché capita di parlare di fascino della divisa. Ma la mostra che viene inaugurata oggi, alle 18.30, ai musei provinciali di Borgo Castello, non può certo essere slegata alle iniziative per il centenario della Grande Guerra. Si compone di una trentina di uniformi, appartenenti al periodo prebellico compreso tra il 1890 e il 1914 e curate in ogni dettaglio dalla competenza e dalla meticolosità dell’associazione “Isonzo” - Gruppo di ricerca storica, che tale evento ha organizzato naturalmente con gli stessi musei provinciali.

La mostra ha per titolo “Belle Époque in divisa. Le uniformi colorate degli eserciti europei”. Ieri ha avuto luogo una preview riservata ai giornalisti. Oggi, appunto, l’inaugurazione alla presenza, fra gli altri, di Roberto Capucci a cui, nel 2004, e la sovrintendente, Raffaella Sgubin, non ha mancato di sottolinearlo, i “suoi” musei dedicarono un’ampia retrospettiva, una delle più importanti dedicate allo stilista, nelle sedi di palazzo Attems e Borgo Castello (per la precisione, si chiamava “Roberto Capucci. Arte e creatività oltre i confini della moda”).

Nell’anteprima, l’assessore provinciale alla Cultura, Federico Portelli ha sottolineato che «Provincia, e musei provinciali, non potevano ignorare il centenario del primo conflitto mondiale: ecco, allora, che, necessitando di una programmazione, nel 2012 si è fatta la mostra “Donne nella Grande Guerra”, in seguito ospitata da altri importanti musei; il percorso, poi, è continuato nel 2013, prosegue oggi con “Belle Époque in divisa” e proseguirà ancora». In particolare, ha continuato Portelli, «nel 2015 si svilupperà il tema della cultura del costume e della moda, o, meglio, delle sue modifiche, dopo lo scoppio della prima guerra mondiale. Nel 2016, invece, una nuova esposizione metterà al centro Gorizia quale città sul fronte: cosa la Grande Guerra per Gorizia ha rappresentato». Quindi, Raffaella Sgubin ha affermato che «“Belle Époque in divisa” è un ideale completamento, una cerniera con le collezioni dei musei provinciali. Faccio naturalmente riferimento - ha detto la sovrintendente - al Museo della Grande Guerra e al Museo della Moda e della Arti applicate». Né, ieri, è stata trascurata la sinergia con la Fondazione Coronini che sta ospitando “Uno stato in uniforme”, sempre in collaborazione con il gruppo “Isonzo”. Proprio il presidente di quest’ultimo, Bruno Pascoli, ieri, ha condotto una visita guidata di “Belle Époque in divisa”.

Sono quattro sale a formare l’esposizione. Nella prima, troviamo le sgargianti uniformi dell’esercito austro-ungarico; nella seconda, quelle francesi aventi il blu come colore dominante; la terza, invece, è la sala tedesca e britannica: e qui non si può non rimanere colpiti, fra le altre, dalla divisa di un fante scozzese con l’immancabile kilt; infine, la quarta stanza per lo più riservata all’esercito italiano ma contenente pure una divisa di un fante russo e un’altra della marina statunitense. La proiezione di un video sul varo della Viribus Unitis e di uno slide show, curato da Roberto Lenardon, completano il percorso. Ieri raccontato da Pascoli mettendo in luce la bellezza delle uniformi, calate nel contesto storico. Sicchè il legame fra esse, il Museo della Grande Guerra e il Museo della Moda è parso evidente come, da oggi, il visitatore potrà verificare.

Alex Pessotto

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