«Le Uti non tutelano la minoranza slovena»

Lo sostiene la Slovenska skupnost che chiama in causa Serracchiani: «La Regione si impegni per l’applicazione uniforme della 38 in tutti i Comuni»
Di Francesco Fain

Le due Uti isontine non tutelano abbastanza la minoranza slovena.

A lanciare l’Sos la Slovenska skupnost che chiama direttamente in causa la governatrice Debora Serracchiani. «La Regione Fvg - sottolinea il segretario provinciale della Ssk, Julijan Caudek - dovrebbe in primis ed urgentemente modificare la legge 26/2014 per garantire un’applicazione uniforme della tutela in base alla legge 38/2001 ed ai trattati internazionali. Questo deve valere per tutti i 32 Comuni in cui viene applicata la tutela in base al Dpr del 12 settembre 2007. La Regione Fvg dovrebbe garantire un regime diverso per l’applicazione della riforma per i 32 comuni e escluderli dal processo di fusione».

La provincia di Gorizia è divisa in due Unioni territoriali infracomunali che avranno il proprio centro nelle due principali città Gorizia e Monfalcone. «Con l’approvazione dei due statuti si sono ufficialmente costituite l’Uti Collio Alto Isonzo (denominazione unicamente in lingua italiana) e Uti Carso Isonzo Adriatico-Kras Soca Jadran. Già questa divisione non è giusta - attacca il partito della minoranza slovena - in quanto divide la minoranza slovena nel Goriziano presente in maggior numero nei comuni di Doberdò del Lago, San Floriano del Collio e Savogna d’Isonzo. Infatti i comuni di San Floriano e Savogna sono inclusi nell’Uti Collio Alto Isonzo, mentre Doberdò fa parte dell’Uti Monfalconese. In entrambe le Uti i tre comuni sono in netta minoranza».

Aggiunge Caudek: «Com’è già successo per la legge regionale 26/2014, anche per i statuti l’applicazione della tutela in base alla legge 38/01 ed ai accordi internazionali è stata prevista solo nei principi iniziali. Questo ha permesso che la tutela venga esercitata in base alla volontà politica delle assemblee delle Uti. Una prova concreta si è vista nel caso goriziano dove l’Uti monfalconese ha la denominazione bilingue mentre quella di Gorizia è solo in lingua italiana. Una conseguenza preoccupante di questa riforma che non determina nello specifico come bisogna applicare la tutela per la minoranza slovena sta nel pericolo di avere in diverse Uti un diverso livello di tutela. L’ulteriore aggravante sta inoltre nel pericolo che a farne le maggiori spese saranno qui territori che sono già in una posizione storicamente più difficile a causa della assimilazione e di altri appetiti politici. La riforma regionale degli enti locali rimane un problema serio per la minoranza slovena in quanto colpisce in primis i comuni più piccoli. È chiaro che i comuni piccoli saranno esposti nei prossimi anni ad una forte pressione per la fusione. Questo però rappresenta un secondo pericolo in quanto la minoranza slovena è numericamente presente proprio in comuni di entità piccola o medio-piccola».

Secondo la Slovenska skupnost «la riforma regionale non ha considerato di regolamentare nello specifico la questione dell’autonomia amministrativa, che è uno dei fattori chiave per la tutela della minoranza slovena. Le competenze verranno infatti trasferite alle Uti il che significa togliere alla minoranza in maniera significativa la possibilità di poter amministrare il proprio territorio».

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