L’emergenza migranti non accende lo scontro

Mi si nota di più se vengo o se non vengo per niente? Il medesimo quesito, di morettiana memoria, se lo deve essere fatto anche Roberto Dipiazza.
Il confronto sul tema dell'immigrazione che si è svolto nell'aula magna dell'Enaip, infatti, è iniziato con la conta dei candidati sindaco. Paolo Menis (M5S), l'attuale primo cittadino Roberto Cosolini, Alessia Rosolen (Un'Altra Trieste Popolare), Fabio Carini (Startup Trieste), Iztok Furlanic (Sinistra unita), Vito Potenza (Lista Vito Potenza) e Marino Sossi (Sì-Sinistra per Trieste) hanno risposto presente all'appello, mentre a marcare visita, nonostante avesse assicurato la propria presenza, è stato ancora una volta il competitor Dipiazza.
L'incontro, organizzato e condotto dal Coordinamento per gli immigrati di Trieste, poteva sulla carta infiammare il dibattito. Invece così non è stato e le rispettive posizioni dei candidati, tutto sommato, si sono appiattite su una sostanziale politica legata all'accoglienza. Se si esclude un piccolissimo battibecco fra Carini e il consigliere comunale Paolo Rovis, quest'ultimo seduto in prima fila, il dibattito è scivolato via senza particolari scossoni. La questione immigrazione diventa un problema quando «qualcuno nutre un preciso interesse nell'alimentare una politica di chiusura». La posizione di Fabio Carini ha trovato eco anche nelle parole di Paolo Menis. «Non credo che a Trieste ci sia un problema legato alla sicurezza - ha spiegato il candidato 5 Stelle - e questa, sicuramente, non dipende dalla presenza o meno dei richiedenti asilo. I dati parlano chiaro». Menis ha però ribadito l'importanza di «disinnescare un possibile conflitto sociale fra residenti e stranieri, anche attraverso l'introduzione del reddito di cittadinanza», noto cavallo di battaglia grillino «che alzerebbe per tutti l'asticella». Alessia Rosolen ha più volte chiesto di distinguere, nel corso della propria analisi, fra i richiedenti asilo e gli immigrati economici, anche se ha ammesso che «il mondo cambia senza il nostro permesso». Sul fatto che l'Europa non stia facendo la propria parte non ci sono state particolari distinzioni di vedute fra i vari candidati. Iztok Furlanic ha evidenziato la necessità di «cambiare le politiche europee, puntando a risolvere la guerra in Siria, più che continuando a mantenere un embargo contro la Russia». L'indipendentista Potenza ha giocato in più occasioni il jolly dei Trattati, «che intendono proiettare questo territorio nel futuro attraverso una società multietnica e multiculturale».
Il sindaco Cosolini si è detto d'accordo con l'ipotesi di ridurre i trasferimenti ai Comuni che rifiutano di accogliere i richiedenti asilo, prevedendo delle premialità per chi invece fa la propria parte. «L'ho già chiesto alla Regione - le sue parole - , in modo che si arrivi a una più efficace distribuzione numerica dei profughi sull'intero territorio regionale».
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