Leon Bianco, calcio&solidarietà per i bimbi poveri

CORMONS. Un aiuto concreto a mille bambini ai quattro angoli del mondo. È quello che arriva da un'associazione cormonese impegnata da 25 anni nel volontariato internazionale, e che recentemente ha allargato il proprio campo d'azione di fatto più che raddoppiando il numero dei ragazzi ai quali viene destinato un sostegno. Parliamo del Leon Bianco, che dall'essere una società calcistica amatoriale si è trasformata anche in una realtà benefica. Tutto è iniziato nei primi anni Novanta con la missione in Argentina, a Santa Fè, dove il Leon Bianco sostiene una realtà che toglie dalla strada 300 ragazzi dei quartieri poveri, inserendoli in un contesto di formazione scolastica e non solo: «Abbiamo contribuito a realizzare nel centro che li ospita una scuola di falegnameria - racconta Adriano Granzini del Leon Bianco - che forma ogni anno decine di ragazzi che grazie a quest'abilità saranno in grado di mantenere la propria famiglia. Ma in quelle zone oltre alla scuola può molto un semplice pallone: ne abbiamo regalati tantissimi, ed è sorta nel tempo una scuola calcio. I ragazzi vanno ad imparare a giocare in quel centro, e così se ne stanno alla larga dalle cattive compagnie. Sette di loro sono stati infatti presi dal Colon, società della massima serie argentina. Sono soddisfazioni immense per chi come noi ha visto nascere praticamente dal nulla quella realtà: stiamo parlando di quartieri in cui, quando siamo arrivati noi una ventina d'anni fa, di ragazzi ne morivamo a decine per strada ogni settimana in seguito a sparatorie tra clan rivali. Oggi anche grazie a centri come quelli che sosteniamo la situazione è notevolmente migliorata». Ma il Leon Bianco segue anche un'altra realtà complicata in Romania, dove sostiene economicamente una casa studi che dà un futuro a circa 40 ragazzi. Sono di oggi, invece, le collaborazioni più recenti: «In un villaggio del Kenia più remoto assicureremo l'acquisto di alcune capre indispensabili per il fabbisogno quotidiano dei circa 600 bambini assistiti in quella realtà - racconta Granzini - , mentre in Bolivia, nella missione di San Carlos, compreremo mucche e un toro per sostenere 50 bambini svantaggiati». Soprattutto la realtà africana è tra quelle più povere al mondo: "Le centinaia e centinaia di ragazzi che trovano un sostegno alimentare nella parrocchia di Maikona, sita nel deserto del Chalbi nel Nord del Kenia, possono mangiare una sola volta al giorno, a pranzo, grazie alla mensa allestita dai religiosi di quella comunità: poterli aiutare - conclude Granzini - è per noi un privilegio: quando visiti centri simili ti rendi conto del bene che il sorriso di quei bambini può regalarti. Non dimenticherò mai, ad esempio, i ripetuti grazie dei piccoli argentini quando siamo andati a trovarli. Sono io che ringrazio voi», ho risposto».(m.f.)
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