L’epopea dell’Arenella costruita coi testimonial

La partita si giocava sui big. Il locale di Fiumicello ospitò Smaila, Greggio, Brigitte Nielsen e Valeria Marini. Dal 1995 il declino dopo decenni di successo
Di Elena Placitelli
Fiumicello 10 MARZO 2012 arenella Copyright PFP/Turco
Fiumicello 10 MARZO 2012 arenella Copyright PFP/Turco

FIUMICELLO. Con le celebrità del momento l’Arenella di Fiumicello si contendeva il primato dei clienti. Si giocava sulla scelta dei testimonial la partita delle discoteche che dal Dopoguerra agli anni ’90 fecero l’epoca d’oro della Bassa friulana. Era «un modo per dividersi la clientela», dice Rosanna Centazzo, storica proprietaria dell’Arenella (all’incrocio tra le vie Trieste e Gramsci), mentre il giornalista Alerino Musiani parla piuttosto di «una concorrenza spietata». Quest’ultimo prima fece da “pr” alle discoteche, poi studiò il fenomeno della loro chiusura. Esse d’altronde stupiscono ancora, per le condizioni di abbandono in cui versano dopo decenni di successo. «Funzionavano perché il giro dei potenziali clienti era ben distribuito – riprende Centazzo – noi ci rivolgevamo a un pubblico di giovani offrendo soprattutto spettacolo. Le Rondini puntavano sul liscio e Villa al Trovatore su un pubblico più avanti con l’età». La scelta dei testimonial andava nella stessa direzione: se Villa al Trovatore veniva frequentata da persone del calibro di Ray Charles, Anna Oxa, Mina, Giuliano Amato e Pier Paolo Pasolini, l’Arenella puntava sui più commerciali Umberto Smaila, Ezio Greggio e Diego Abatantuono. Non sono mancati Mike Bongiorno e Pippo Baudo. Spiega la proprietaria che il locale ebbe diverse fasi: «Nacque nel 1956 come un bar e venne ben presto apprezzato perché oltre al ristorante c’erano la sala da ballo e la discoteca». Ci fu il periodo dei grandi ospiti, tra cui il cantante triestino Lorenzo Pilat, fra gli autori di “Nessuno mi può giudicare”. Poi il cabaret di Marco Milani e “I Gatti di Vicolo Miracoli”. La proprietaria divenne amica di Lele Mora e con gli anni Novanta arrivò l’epoca di Brigitte Nielsen, Antonella Elia e Valeria Marini. E poi? «Le discoteche andarono in crisi – continua Centazzo –. I pub cominciavano a fare musica e attraevano anche i casinò. La gente arrivava sempre più tardi e non ci si poteva più permettere il servizio di prima». Fu tuttavia un drammatico lutto a segnare la fine dell’Arenella: nel 1995, in un incidente stradale morì Simone, il figlio, appena 23enne, di Rosanna e del marito Tonino Bidoli (fratello quest’ultimo dell’artista Ivan). «Dapo l’incidente – racconta Rosanna – la gente, addolorata e intimorita, cominciò a non venire più». Nel 1996 la famiglia diede la discoteca in affitto, ma non funzionò. Finchè un anno e mezzo fa il locale è stato venduto a Roberto Duz, proprietario della sala di slot machine a Cervignano. E dal bar (unico spazio ancora funzionante) dell’Arenella, Rosanna ammette di non aver tuttora perso il sogno di riaprire.(2-segue)

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