L’eremita dei boschi con il sogno di tornare in Africa

SAN DORLIGO. Vaga per i boschi del Carso orientale dormendo all’addiaccio, schivando gli aiuti dei residenti, in attesa di poter ritornare nella sua patria: il Ghana. L’incredibile storia si sta svolgendo nelle aree boschive delle frazioni del comune di San Dorligo della Valle, protagonista un uomo di poco più di 40 anni che per motivi che non si conoscono appieno ha deciso di chiudere (parzialmente) i ponti con la società. La particolarità nella particolarità è che l’uomo è originario del Ghana. E pare che dopo aver vissuto per tanti anni a Roma sia venuto in provincia di Trieste, dove sostiene di aver perso i documenti di identità. Da qui un black-out con gli usi e costumi sociali e la decisione di andare a vivere nei boschi.
L’uomo è stato avvistato nelle frazioni di Sant’Antonio in Bosco, Dolina e Crogole. Ma in realtà è stato notato anche da alcuni residenti di San Servolo, in Slovenia. «Lo vediamo spesso con dei carretti pieni di sacchi neri: entra nel bosco e poi sparisce», racconta una donna la cui casa a San Servolo si trova a pochi passi dal sentiero che conduce verso il bosco posto a ridosso dell’ex confine con l’Italia. E proprio nell’ampia area verde sita sotto il castello di Socerb, il ghanese ha colonizzato con le proprie “cose” una vasta area sita sia nel comune di San Dorligo che in quello di Capodistria: un clochard transfrontaliero.
Agli occhi di chi usufruisce della zona per le passeggiate si presenta una situazione non proprio “naturale”, caratterizzata dalla presenza di decine e decine di sacchi neri contenenti di tutto: giocattoli, riviste, sdraio, passeggini, sedie, vestiti, scarpe, pentole. Ma anche scatole di cibo, preda degli animali selvatici che popolano numerosi la zona. E spazzatura varia. Alla vista di cotanti oggetti, più di qualcuno ha pensato di trovarsi di fronte ad un accampamento creato da qualche gruppo di richiedenti asilo, essendo la zona tradizionalmente attraversata da immigrati che, dopo aver percorso le aree dell’ex Jugoslavia, varcano clandestinamente l’ex confine con l’Italia dal Carso. La presenza di pupazzi, seggiolini per automobile e altri ninnoli hanno fatto indurre inizialmente che fosse una famiglia ad abitare il bosco sopra Crogole. In realtà il doppio giaciglio creato con cuscini e coperte fungeva da riparo solamente per l’uomo, che evidentemente ha iniziato a recuperare materiale vario accumulandolo in maniera quasi maniacale. Resta un mistero da dove tutto questo materiale possa provenire.
La storia dell’uomo ghanese è già nota alle forze dell’ordine, come spiega il sindaco di San Dorligo della Valle Sandy Klun: «Molti miei concittadini lo hanno visto girovagare non lontano dalle case. So che gli hanno chiesto se aveva bisogno di qualcosa, ma non ha accettato alcun aiuto, se non qualche tazza di caffè e un po’ di acqua calda». Lo stesso primo cittadino conferma il problema legato all'accumulo di rifiuti: «Una domenica di marzo mi è stato segnalato che l'uomo aveva lasciato diversi sacchi neri all’interno della pensilina del bus di Bagnoli. Personalmente ho voluto risolvere la questione recandomi con un’ape e recuperando il materiale, smaltito il giorno dopo».
Da Muggia fanno sapere che l’uomo è conosciuto ma non seguito dall’Ambito socioassistenziale 1.3 che si occupa anche dei residenti di San Dorligo: «È un senzatetto che vive in solitaria che non ha mai chiesto aiuti. Per sua espressa volontà ha respinto il nostro intervento. Sappiamo che è stato più volte visto nelle aree verdi di San Dorligo, ma noi non possiamo fare nulla se non vuole essere aiutato». Il sindaco Klun aggiunge un dato estremamente importante per cercare di mettere luce sulla vicenda: «So che le forze dell’ordine conoscono la sua storia. Se non erro la stazione dei carabinieri di San Dorligo si è attivata con l’Ambasciata del Paese dell’uomo, il Ghana, per ottenere i nuovi documenti d’identità. Lui vorrebbe infatti tornarsene in Africa. Speriamo la situazione possa risolversi presto». Anche perché l’autunno è oramai alle porte.
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