Lesina, sui fondali spunta una nave pirata

SPALATO I fondali dell'Adriatico, si sa, sono uno scrigno di testimonianze del passato, molte delle quali attendono ancora di essere scoperte dagli archeologi, dai sub o dal pescatore di turno. La scorsa estate – la notizia però è stata diffusa soltanto in questi giorni – è stata fatta luce su un relitto che giace da secoli nelle acque dell'isola dalmata di Lesina (Hvar). Un gruppo di archeologi marini si è messo in azione nel braccio di mare poco al largo di Lesina città, rinvenendo quanto resta di un'imbarcazione che secondo gli esperti sarebbe affondata poco più di due secoli fa, nel periodo napoleonico.
Si tratterebbe di una nave pirata: i ricercatori ne hanno scoperto la chiglia, due grandi cannoni in ferro, le àncore e altre parti. Il sito viene tenuto naturalmente segreto, e le immersioni – partite negli scorsi mesi caldi - proseguiranno l'anno prossimo: l’obiettivo degli esperti è di capire nei dettagli di quale tipo di nave si tratti, la sua provenienza e altre utili informazioni. Quello che appare certo, o quasi, è che il natante trasportava lungo l'allora Golfo di Venezia bande pronte a lanciare l’assalto alle navi che capitavano sotto tiro per depredarle.
Le ricerche condotte nel mare di Lesina sono state supportate finanziariamente dal ministero croato della Cultura. Gli archeologi guidati da Igor Mihajlović hanno concentrato l’attenzione su quattro siti, dei quali tre nelle vicinanze del capoluogo isolano e uno nei fondali antistanti la località di San Giorgio, da tutt'altra parte dell'isola.
«Purtroppo due dei luoghi da noi presi in esame si presentano devastati e ormai poco interessanti – ha detto Mihajlović, conservatore archeologo al Dipartimento di archeologia marina dell'Istituto nazionale di Restauro e Conservazione – volevamo scoprire quest'anno aree per noi nuove e vedere cosa fare per tutelarle e registrarle. Quanto scoperto sul fondale di San Giorgio e in un sito nei pressi di Lesina non ha alcun valore in quanto i ladri ci hanno preceduti, rubando reperti sicuramente preziosi. Hanno portato praticamente tutto via da un mercantile colato a picco nel diciottesimo secolo e, nel caso di San Giorgio, da una nave che crediamo risalga al primo secolo dopo Cristo».
Mihajlović ha aggiunto che le ricerche andranno avanti nelle restanti due zone. Oltre a quella che viene ritenuta essere la nave pirata, Mihajlović e i suoi colleghi hanno rinvenuto piatti e anfore provenienti probabilmente dall'Africa settentrionale, prodotti nel terzo e quarto secolo dopo Cristo.
Le aree del ritrovamento sono state ingabbiate in modo da impedire a chicchessia di prelevare abusivamente materiale archeologico. L'anno prossimo le immersioni saranno realizzate con l'assistenza delle forze dell'ordine. —
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