L’esperienza “reale” del simulatore navale

“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. E che mare. Nel caso dell’istituto superiore di piazza Hortis che ospita l’Accademia Nautica dell'Adriatico, si può proprio dire che lo è di nome e di fatto. Gli allievi dell’accademia - così come i ragazzi della scuola superiore - hanno un nutrito piano di studi teorico, grazie al quale acquisiscono le competenze necessarie per affacciarsi domani al variegato mondo del lavoro in campo marittimo. Un conto è però sapere, perché si è studiato in classe, come soccorrere una nave mercantile in fiamme e recuperarne l’equipaggio in teoria, tutto un altro paio di maniche, è invece farlo a bordo di una vera imbarcazione, in una reale sala comando zeppa di sofisticate apparecchiature elettroniche. Nel terzo millennio e con navi che fanno concorrenza alle navicelle spaziali, attendere di farsi le ossa sul campo non è una rotta percorribile. Così, a ricreare tutta la gamma possibile e immaginabile di situazioni a bordo, anche le più estreme, ci pensa il simulatore navy trainer full mission Transas, il cui software riproduce la plancia di comando di una nave con una visione parabolica a 270 gradi, per le esercitazioni e i laboratori di navigazione. Provare per credere. Ed è così che un bel mattino, ospite del laboratorio al quarto piano, ho provato l'ebbrezza e il brivido, ma per fortuna non il mal di mare, di navigare a 25 nodi di velocità a bordo di una search and rescue boat nelle agitate acque del porto di Sydney. La missione scelta dal professor Andrea Marchesi per il mio debutto al timone virtuale dell’iper tecnologico Transas, azienda leader mondiale nel campo dei simulatori e fiore all’occhiello del Nautico, partecipare al soccorso di una nave che stava affondando, recuperare i marinai della zattera di salvataggio e pure ripescare dai flutti due uomini in mare. Nonostante fossi cosciente di avere i piedi ben piantati sul pavimento e di essere in terra ferma, al quarto piano di un palazzo storico, la sensazione era quella di essere sbatacchiata da onde degne della tempesta perfetta. Tanto è vero, che c’è stato un momento in cui mi sono avvinghiata al timone convinta di perdere l’equilibrio a causa delle montagne russe acquatiche in cui s’infilava la nave di salvataggio. Il programma permette, infatti, di impostare una serie infinita di varianti meteo, condizioni marine, fondali e forche caudine di tutti i generi da superare. Così come pure di modelli d’imbarcazioni (circa 50) e, quindi, dai cargo mercantili alle navi da crociera, dalle porta container ai fast ferries che sfrecciano a 41 nodi tra le bianche scogliere di Dover e Calais. Il simulatore nautico è fornito di un sistema di cartografia reale elettronica, per consentire agli studenti di misurarsi nei mari e nei porti di tutto il mondo, anticipando le sfide sulle navi reali, che si profilano all’orizzonte del loro futuro professionale. (p.p.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo