L’ex del Petrarca scomparso al Cairo: aperte tutte le piste

Per Giulio Regeni l’Egitto attiva anche l’antiterrorismo, ma «non esclusi motivi personali». Autorità egiziane: "Non è fra persone arrestate" durante manifestazioni politiche. La rete lancia #whereisgiulio
Giulio Regeni con la famiglia
Giulio Regeni con la famiglia

«Lo studente italiano scomparso, Giulio Regeni, non è detenuto da alcun organo dell'Interno, forze dell'ordine, Sicurezza nazionale, Servizi di indagine» inclusi: lo ha riferito all'ANSA una fonte della sicurezza egiziana al Cairo. La fonte ha sostenuto che «tutti i servizi e gli organi dell'Interno sono alla ricerca dello studente italiano di concerto con tutti i servizi dello Stato e le autorità competenti». La precisazione ha rilievo in quanto in Egitto sono relativamente frequenti le denunce, mosse da famiglie e organizzazioni per la tutela dei diritti umani, di scomparse di oppositori al governo la cui sorte viene chiarita solo a distanza di tempo. Due settimane fa il ministero dell'Interno aveva rivelato che di 191 casi di sparizioni di cui aveva chiesto conto il Consiglio nazionale per i diritti umani (Nchr), 99 erano dovute a custodie cautelari.

UDINE. Non ci sono ancora notizie di Giulio Regeni, il ventottenne di Fiumicello scomparso al Cairo otto giorni fa mentre stava andando a una festa di compleanno. Farnesina e Ambasciata sono in costante contatto con le autorità egiziane che, dopo avere assicurato il massimo impegno per il ritrovamento del ragazzo, ieri hanno messo in campo anche i servizi di sicurezza nazionale, cioè il dipartimento del ministero dell’Interno che si occupa di terrorismo. Dal Cairo, inoltre, fanno trapelare la notizia che la scomparsa di Regeni non è detto sia «necessariamente dovuta a motivi politici» e che in via ipotetica - riporta l’Ansa citando una fonte diplomatica egiziana di alto livello - la causa «potrebbe risalire a motivi personali»; inoltre il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha impartito «l’ordine di seguire da vicino la vicenda, in particolare dopo aver ricevuto una chiamata telefonica dal suo omologo italiano», Paolo Gentiloni.

E mentre la mamma Paola e e il papà Claudio sono sempre in Egitto in attesa di notizie, anche il popolo del web si è mobilitato per cercare di aiutare le autorità locali nella ricerca dello studente. Su Twitter, infatti, è stato lanciato l’hastag #whereisgiulio che, nel giro di poche ore, ha raccolto centinaia di tweet e retweet, citazioni e appelli online lanciati da amici ed ex compagni di corso di questo cittadino del mondo, profondo conoscitore della realtà mediorientale e, in particolare, di quella dell’Egitto.

Nel frattempo, con il passare delle ore, vengono a galla i dettagli relativi agli spostamenti di Regeni, prima che se ne perdessero le tracce. Il ragazzo attorno alle 20 locale avrebbe preso la linea 2 della metropolitana della capitale egiziana salendo sul treno alla stazione di Bohooth, nel quartiere di Dokki facente parte del governatorato di Giza, diretto al quartiere di Bab Al Louq, nel governatorato del Cairo, raggiungibile con la stessa linea scendendo o alla fermata Sadat – a due passi da piazza Tahir – o a quella di Mohamed Naguib.

Regeni, però, non sarebbe mai arrivato a destinazione e, da quel momento in poi, nessuno ha più saputo nulla di quello che può essergli accaduto. Nemmeno l’ambasciata italiana al Cairo che però, come già accennato, è costantemente informata, a tutti i livelli, dalle autorità egiziane dalle quali attende, nei prossimi giorni, qualche ulteriore indicazione in merito alla dinamica della sparizione del ragazzo.

«Siamo in contatto costante sia con le forze dell’ordine che con i vertici politici egiziani – ha spiegato l’ambasciatore italiano Maurizio Massari – e attendiamo che ci vengano fornite quanto prima informazioni circostanziate sulla dinamica della sparizione. Al momento, purtroppo, non ci sono riscontri di alcun tipo e non c’è alcuna pista privilegiata: del resto è inutile fare illazioni, aspettiamo le indagini in corso».

Ex studente del Liceo Petrarca scomparso in Egitto FOTO
Giulio Regeni in una recente foto inviataci da una una collega di corso a Oxford

L’ambasciatore, che informa ora dopo ora degli sviluppi della situazione la Farnesina, ha incontrato i genitori del giovane, partiti per il Cairo sabato scorso dopo essere stati informati dal ministero degli Esteri della scomparsa del figlio. «Sono persone eccezionali che hanno reagito con grande compostezza alla notizia. Ma sono ovviamente molto preoccupati come tutti noi», ha aggiunto l’ambasciatore.

Massari, dunque, non si sbilancia – e non potrebbe essere altrimenti in questa fase delicata – in quanto nessuna ipotesi per il momento può essere scartata. Regeni - lo ricordiamo - è scomparso lunedì 25 gennaio, nella stessa giornata cioè in cui nella capitale, così come in tutto l’Egitto, si sono tenute grandi manifestazioni di protesta contro il regime di al-Sisi e in occasione del quinto anniversario della rivoluzione che depose Hosni Mubarak. Le autorità del Cairo, però, hanno spiegato già l’altro ieri come il quartiere Dokki, cioè quello nel quale si sono perdute le tracce del ragazzo, alle 20 fosse assolutamente tranquillo.

Regeni, inoltre, non risulta inserito nelle liste delle persone arrestate dalle forze dell’ordine locali – 75 in totale – in occasione delle manifestazioni, così come non compare all’interno degli elenchi dei ricoveri negli ospedali della città.

La Farnesina tende inoltre a escludere che possa essere stato rapito a scopo di estorsione dai jihadista. Resta in piedi, invece, la possibilità che lo studente friulano, già alunno per un triennio del liceo classico linguistico Petrarca di Trieste prima di vincere una borsa di studio per il Collegio del Mondo Unito, sia rimasto vittima di un episodio di criminalità comune.

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