L’ex ministra “spinge” cani e gatti al bar schivando Cav e Casta

Brambilla madrina della nuova legge sugli animali domestici «È la prima in Italia. Friuli Venezia Giulia modello da seguire»
Di Marco Ballico
L'onorevole Michela Vittoria Brambilla con un cane fuori dal consiglio regionale a Udine 15 ottobre 2012. Via libera a cani, gatti e altri animali domestici al guinzaglio in tutte le strutture pubbliche e negli esercizi commerciali del Friuli Venezia Giulia dal prossimo 17 ottobre, quando sarà pubblicata sul Bur la legge regionale 'Norme per il benessere e la tutela degli animali domestici di affezione'. ANSA/Federazione Italiana Ass Diritti Animali e Ambiente -HO- EDITORIAL USE ONLY
L'onorevole Michela Vittoria Brambilla con un cane fuori dal consiglio regionale a Udine 15 ottobre 2012. Via libera a cani, gatti e altri animali domestici al guinzaglio in tutte le strutture pubbliche e negli esercizi commerciali del Friuli Venezia Giulia dal prossimo 17 ottobre, quando sarà pubblicata sul Bur la legge regionale 'Norme per il benessere e la tutela degli animali domestici di affezione'. ANSA/Federazione Italiana Ass Diritti Animali e Ambiente -HO- EDITORIAL USE ONLY

TRIESTE. Non parla di Fiorito o Formigoni, solo di cani. Qualcuno fa un sorrisino ma Michela Brambilla tira dritto. E davvero, ospite a Udine del Pdl che pubblicizza la legge “Norme per il benessere e la tutela degli animali d’affezione”, da domani sul Bur, l’ex ministro del Turismo parla solo di cuccioli al guinzaglio. Ed esalta, su questa materia, «una regione modello per il resto d’Italia». Del resto, in una delle sue ultime vesti, la pirotecnica parlamentare è pure fondatrice della Federazione italiana associazioni animali e ambiente. Testimonial ideale, al di là della casacca pidiellina, per lanciare la legge approvata lo scorso 25 settembre in piazza Oberdan. Quella che apre le porte, a meno di dettagliata motivazione del divieto, a cani, gatti e altri animali domestici al guinzaglio in tutte le strutture pubbliche e negli esercizi commerciali del Friuli Venezia Giulia. Nel palazzo della Regione, ieri a Udine, c’è Roberto Novelli, il consigliere primo firmatario della norma proposta assieme ai colleghi Franco Dal Mas (Pdl) e Giorgio Venier Romano (Udc). Brambilla arriva, respinge ogni sollecitazione in tema di politica, Casta, scandali, elezioni, alleanze, Berlusconi e discute di animali, solo di quelli. La legge Fvg? «Innovativa, moderna, liberale, la prima del genere in Italia. A conferma della sensibilità di questa regione, da sempre all’avanguardia per la tutela e il benessere degli animali».

L’onorevole del Pdl, che in conferenza stampa accetta l’invito di un’ospite che le consegna un maltese da accarezzare, sottolinea in particolare la filosofia di un articolato che interpreta il tema della convivenza uomo-animale domestico: «Cani e gatti vanno considerati al pari dei membri delle nostre famiglie ed è quindi fondamentale che la vita dei cittadini che con loro convivono sia resa più semplice». Di qui, ricorda Novelli, «la libera entrata, al guinzaglio, in uffici, bar e negozi, salvo una motivata richiesta all’autorità di deroga da parte del titolare di un singolo esercizio». Tra gli altri contenuti della legge, il divieto di detenere animali per un periodo di cinque anni per chi è stato condannato per precedenti maltrattamenti, l’obbligo da parte chi organizza corsi di addestramento cani di comunicarlo all’azienda sanitaria e al Comune, il dovere di soccorrere animali feriti chiamando il 118. «Una legge come questa – aggiunge ancora Brambilla –, che vieta tra l’altro la cessione di animali per fini di sperimentazione, mostre ed esibizioni, può essere un efficace strumento per contrastare anche la tratta di cuccioli dall’Est Europa. La nostra Federazione ha già predisposto ordinanze comunali che portano molti degli spunti della legge Fvg, ma è evidente che una norma di livello regionale supera i regolamenti dei sindaci e appiana ogni discussione».

Brambilla, infine, interviene sul caso della Harlan Laboratories, lì dove si allevano roditori, criceti, cani, gatti, maiali, macachi, babbuini, gorilla e scimpanzé a fini di ricerca. «Ci sono attività per le quali è giunta l’ora di voltare pagina: l’allevamento di animali per la sperimentazione è una di queste. Tra l’altro, la parte più avanzata della comunità scientifica ha già dimostrato come questa sperimentazione sia, se non inutile, comunque fuorviante rispetto alla ricerca che si può condurre con metodi alternativi». La multinazionale ha sede centrale negli Usa ma un centro trova spazio pure a San Pietro al Natisone, in provincia di Udine. E proprio a Udine, lo scorso 29 settembre, si è svolta la manifestazione nazionale del “No Harlan Group”, sostenuto da un pool di associazioni animaliste italiane. Brambilla, ricordando di aver chiesto e ottenuto il blocco dell’importazione di primati nello stabilimento Harlan di Correzzana (Brescia), conclude: «È alle ultime battute al Senato, dopo essere stata approvata dalla Camera, una legge con l’articolo 14 che porta la mia norma, vale a dire il divieto di allevare cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione su tutto il territorio nazionale. Nel momento in cui ciò sarà legge, estenderemo il divieto a tutte le altre specie animali».

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