L’ex presidente Bruni: «Si apra ai privati»

Storia di una morte annunciata. Dario Bruni, presidente di Confartigianato Trieste e predecessore di Stefano Zuban alla guida dell’Ezit, ha la risposta pronta ai quesiti sulla sconcertante débacle dell’ente e sulle possibili alternative.
«La maxi-cartella non ha fatto altro che accelerare una fine ampiamente prevedibile - dice Bruni a margine della conferenza sul 70° genetliaco confartigianale - perchè Ezit è afflitto da un problema strutturale, cioè non ha risorse in entrata, che non dipendano da cespiti immobiliari». «Era quindi un ente destinato a scomparire per mancanza di risorse finanziarie - riprende - negli altri consorzi industriali regionali le aziende, che operano all’interno di questi organismi, versano una quota che va a supportare i costi di gestione: Ezit non ha mai incassato avuto associativa riscuotono hanno Infatti durante la mia presidenza ho dovuto dimezzare il personale, che è sceso da una cinquantina di unità a 26».
«Nonostante l’evidente obsolescenza delle ragioni e delle funzioni - osserva Bruni - mi sembra folle che l’ente pubblico Ezit muoia perchè un’altra pubblica amministrazione inoltra una cartella esattoriale legata a una questione giuridica di controversa interpretazione. E non va dimenticato, a proposito di tasse, che Ezit versa ai tre comuni di Trieste, Muggia, San Dorligo circa 850 mila euro di Imu».
Bruni è convinto che le competenze dell’Ezit vadano presidiate: «L’ente insedia qualcosa come 620 aziende, è stato delegato dalla Regione a svolgere l’attività di bonifica sui 500 ettari del Sin. Indispensabile provvedere alla sua surroga, con un nuovo ente o con una società che non debbono essere necessariamente soltanto in mano pubblica, ma che possano aprirsi a energie private». E l’ipotesi Uti? «Non è mio compito scegliere quale strumento utilizzare - conclude Bruni su Ezit - l’importante è non fare baggianate».
Confartigianato aveva convocato nella “sala rossa” della Camera di commercio un incontro allo scopo di presentare le iniziative per il 70° della costituzione dell’Associazione artigiani triestina, che ebbe luogo per iniziativa di trentadue piccoli imprenditori il 5 luglio 1945 nello studio del notaio Giovanni Spadon in via Roma. Li guidava Luigi Cristiani, che divenne il primo presidente dell’organizzazione. Una piccola mostra nell’atrio della Camera rievoca gli esordi e la storia dell’artigianato giuliano. Oggi Confartigianato triestina - ricordava il segretario generale Enrico Eva - conta quasi 2 mila aziende ed è la più capiente associazione imprenditoriale del territorio. Nella provincia di Trieste il settore occupa 8158 addetti, costituendo - nel raffronto con le altre realtà del Fruli Venezia Giulia - «il bacino lavorativo meglio dimensionato».
Presidente e giunta sono uscenti: giovedì 12 corrente mese i 27 presidenti di categoria rinnoveranno gli organi. Dario Bruni si ripresenta.
magr
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