L’ex pugile Vidoz, il nuovo ring tra le vigne

Il suo ritrovo “Alla Madonna” lo tiene molto impegnato. Produce due nuovi vini: “blec” e “uait”

«Soprattutto dal mondo della boxe, e di recente per il prossimo raduno degli alpini, mi hanno chiamato per chiedermi se ho delle camere disponibili. Per il momento non ne ho: mi concentro solo sul mangiare e, ovviamente, sul bere». La risata di Paolo Vidoz è inconfondibile e fragorosa. Sullo stradone della Mainizza non avrà posti letto, ma l’ex campione europeo dei pesi massimi ha la battuta sempre pronta e lo spirito di chi ama stare in compagnia della gente. Da bravo oste, non perde occasione per scherzare e di occasioni, dietro al bancone dell’agriturismo “Alla madonna”, gliene si presentano in continuazione.

«Quello della recettività alberghiera è un bel discorso – dice -, ma prima di poterlo affrontare devo chiudere il mutuo per questo. Già il ristorante richiede impegno: qui lavoro tre giorni alla settimana, gli altri cinque li passo nei campi. Lo so che la somma fa otto giorni, ma è perché questo lavoro non finisce mai. Il tempo non basta. Meno male che ci sono i miei genitori che mi danno una mano: mio padre in vigna, mia madre nell’orto. Io da solo non ce la farei. Non ho più l’energia di una volta. Fare il pugile era più facile. Ogni tanto mi viene nostalgia di quei tempi e penso ad un rientro sul ring, poi però penso anche che è meglio lasciare il ricordo di un pugile, piuttosto che quello di un mestierante fuori forma».

Per ampliare il periodo di apertura dell’attività agrituristica, di recente Vidoz ha piantato, tra le altre cose, 80 ciliegi e un migliaio di cespugli di aronia. «Si tratta di una bacca piccola e aspra simile al mirtillo. È ricca di vitamine e va bene per fare succhi di frutta antiossidanti. Ho messo giù l’aronia per eccedere nei consumi», spiega, fermandosi di colpo. La pausa è studiata. L’occhio si illumina e arriva la battuta autoironica: «Io, però, continuo a preferire il vino nero». Ride di gusto, Paolone. Tra teglie di pasticcio, polpette, piatti a base di cinghiale, crepes dolci e salate, di recente l’ex concorrente di Masterchef Italia ha presentato i suoi due vini. I nomi scelti per le etichette del pinot bianco e dell’uvaggio rosso esprimono allo stesso tempo genialità ed essenzialità: “blèc” e “uàit”. Bianco e nero. Il massimo della semplicità con un tocco esotico che, grazie agli accenti, richiama perfettamente la tradizione. Per presentarli ha organizzato una serata con la Gone with the Swing big band. «Per dare qualcosa in più, sto cercando di organizzare dei venerdì musicali. La settimana scorsa, però, con l’heavy-metal siamo andati un po’ oltre e la gente è scappata. Fforse sarà meglio puntare sulla musica da sottofondo, più tranquilla e per tutti».

Stefano Bizzi

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