L’exploit inatteso degli autonomisti

L’effetto Cecotti traina il movimento che entra in aula e conquista due seggi

TRIESTE. Il Patto per l’autonomia festeggia lo sbarco in Consiglio regionale. Nonostante i pronostici annunciassero il contrario, gli autonomisti friulani sono riusciti a conquistare più del 4% dei voti, ottenendo il diritto a occupare due seggi in piazza Oberdan. Risultato ancora più inaspettato se si considera che la lista non si era presentata in una delle cinque circoscrizioni, naturalmente quella di Trieste.

Tutto merito dell'effetto Sergio Cecotti, il candidato del Patto già presidente della Regione nonché ex sindaco di Udine, che ha evidentemente fatto da traino.

La lista, come anticipato, ha ottenuto il 4,09% dei voti, per un totale di 17.279 preferenze. È pertanto la settima forza politica del Friuli Venezia Giulia e come tale avrà diritto a due consiglieri regionali: uno di Udine (Massimo Moretuzzo) e uno di Pordenone (Giampaolo Bidoli).

Il territorio friulano è quello in cui il movimento è andato meglio: quinta forza politica della circoscrizione, con 11.784 voti, pari al 7,10%. Segue Tolmezzo, dove il Patto ha preso 1.373 voti ovvero il 4,24%. Al terzo posto si colloca Pordenone con 3.227 voti (3,01%). A Gorizia la performance peggiore: 895 cioè l’1,98%.

Le reazioni degli autonomisti esprimono unanime soddisfazione per l'approdo a piazza Oberdan. «Avevamo fatto una promessa agli elettori - è il commento a caldo di Cecotti -: i nostri consiglieri, se ne avessimo avuti, di fronte ad una legge sciagurata come quelle che abbiamo visto passare negli ultimi dieci anni, alzeranno la mano e denunceranno il fatto che quella legge porterà disastri sul territorio. E non abbasseranno la mano, finché la giunta non darà risposte. Manterremo quella promessa». «I nostri consiglieri lavoreranno per portare razionalità nella legislazione regionale - prosegue Cecotti -, una legislazione che negli ultimi dieci anni è stata fatta non con i piedi, ma con la suola delle scarpe. Questo sarà il nostro impegno».

«La situazione era difficile: si tratta di un risultato non banale - commenta il segretario Massimo Moretuzzo -. Siamo partiti quattro mesi fa, con poche risorse e altrettanto poco tempo. Il grazie più grande va a Sergio, che si è messo a disposizione in maniera disinteressata». Gli fa eco Markus Maurmair, il presidente: «Il nostro progetto autonomista, fondato sull’impegno diretto in favore del territorio e delle sue comunità, avrà in Consiglio regionale un proprio rappresentante, davvero libero da qualsiasi vincolo con i partiti italiani e che avrà la grande responsabilità di controllare che tutti i provvedimenti dell’assise regionale siano al servizio dei cittadini del Friuli-Venezia Giulia». Così il candidato Walter Tomada: «Siamo ovviamente soddisfatti, anche se qualcuno lo è di più. Per noi è importantissimo affermarci come nuovo soggetto politico, dopo che per tanti anni è mancato un progetto autonomista. E la soddisfazione è tanta: politicamente siamo un neonato di pochi mesi, in un momento dove pure chi ha le corazzate sta soffrendo. Siamo riusciti ad avere la fiducia dell’elettorato: ciò apre tante partite a salvaguardia di quell’autonomia che Fedriga non mette al sicuro».

Quando lo scrittore e candidato Tullio Avoledo ha visto che il risultato superava la soglia del 4%, ha spento il computer senza aspettare di conoscere il numero di seggi: tanto gli bastava. «È un grande risultato, frutto di un grande lavoro di gruppo, sorprendente perché iniziato poco tempo fa: lo scopo era che qualcuno entrasse in Consiglio. Saremo il sale nella farina della Regione - dichiara -. L’idea dell’autonomia, filosofia e genoma del Patto, ultimamente viene cavalcata da politici di entrambi gli schieramenti: ciò costituisce un ulteriore risultato. Vigileremo affinché chi ha vinto faccia dell’autonomia un punto forte. Io sono estremamente contento: il nostro è un partito di popolo, procediamo con lentezza ma con riscontro nel reale. Lavoreremo già da domani».

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