Li hanno torturati per scovare il “tesoro”

LIGNANO SABBIADORO Volevano il tesoro, avevano informazioni precise. Ma si sono accontentati delle briciole. Rosetta e Paolo sono stati torturati, ma non hanno parlato. Hanno preso alcuni gioielli i malviventi che hanno seviziato e ucciso i coniugi lignanesi Rosetta Sostero, 65 anni e Paolo Burgato, 69 trovati sgozzati domenica mattina nella loro villa di via Annia 12. Ma cercavano anche i contanti che i carabinieri hanno poi trovato nascosti in casa (40 mila euro) e la somma che era nel loro negozio di casalinghi, al 43 di via Udine (altri 40 mila). Non riuscendo a mettere le mani sul ricco bottino che erano convinti ci fosse, molto probabilmente hanno perso la testa.
Violenza esasperata Analizzando la scena del delitto gli investigatori sono arrivati a ipotizzare scene di violenza inaudita contro le due povere vittime. L’analisi dei corpi compiuta dai medici legali “parla” di un vero e proprio accanimento contro i due coniugi, colpiti ripetutamente con il coltello, al torace, alle braccia e, infine, alla gola. Lui due volte, in un senso e nell’altro. Avevano il volto tumefatto. Questo spietato modus operandi ha riportato nella mente di molti l’omicidio di due coniugi avvenuto nell’agosto del 2007 a Gorgo al Monticano per mano di tre banditi dell’Est.
Testa in acqua Gli occhiali di Paolo Burgato sono stati trovati nel wc del bagno della taverna e questa circostanza fa sospettare ai carabinieri che i due coniugi abbiano subìto tutta una serie di maltrattamenti - avrebbero appunto cercato di intimidirli con il senso di annegamento nella tazza - che avevano lo scopo di indurli a rivelare l’ubicazione della cassaforte che in quella casa però non c’è. I soldi erano nascosti dietro a un battiscopa della villa. L’appartamento Alla ricerca di un possibile movente, gli inquirenti stanno scandagliando la sfera patrimoniale delle famiglie Burgato e Sostero. Sono emersi investimenti e altri flussi finanziari tra le due famiglie, in particolare con Rino, fratello di Rosetta.
Dall’impresa di costruzioni Sostero, infatti, i coniugi nel 2009 avevano acquistato un appartamento a Ravascletto per 200 mila euro. Ancora da chiarire, invece, se i contanti trovati - ora posti sotto sequestro - fossero stati accantonati per qualche motivo di cui potevano essere a conoscenza anche terze persone. Le impronte Aveva ragione Giuseppe, fratello di Paolo Burgato. I coniugi sono stati tenuti d’occhio da banditi che si erano appostati nel giardino di casa, uno sul retro, lato destro, l’altro davanti alla villa, vicino al cancelletto pedonale, sulla sinistra, nascosto tra le piante. Gli esperti della Sezione rilievi hanno infatti trovato tracce ben precise del passaggio dei malviventi. Gli esperti del Racis Ieri pomeriggio da Parma sono arrivati quattro esperti del Racis, il Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche.
Hanno voluto osservare direttamente la scena del crimine e hanno eseguito tutta una serie di sofisticate analisi che hanno messo in evidenza nuove tracce di sangue non visibili a occhio nudo (la ricerca è stata fatta con uno speciale composto chimico denominato Luminol) e alcune impronte (grazie a un procedimento che prevede l’uso della Ninidrina).
Oggi a Lignano arriveranno anche altri investigatori esperti in crimini violenti. Centinaia di reperti Sono tantissime gli elementi raccolti dai carabinieri e inviati ai laboratori per ulteriori analisi. Sono state scattate centinaia di fotografie ed è stato realizzato anche un video. È stato sequestrato anche il computer di famiglia.
Ma manca ancora il reperto che sarebbe più importante: l’arma. Il coltello non è stato trovato. Con tutta probabilità i killer l’hanno portato via. Le macchie di sangue Particolare attenzione è stata dedicata a un’ampia macchia di sangue trovata nella taverna e a piccola macchie (da gocciolamento di un elemento intriso) rinvenute al piano terra. È possibile che nella casa, durante la colluttazione - dai tagli che Paolo Burgato aveva sulle braccia è evidente che ha cercato fino all’ultimo di difendersi -, si sia ferito anche qualcuno dei banditi.
Raffica di interrogatori Sono già decine le persone ascoltate dai carabinieri. Tra loro, ieri, anche il commercialista dell’impresa Sostero che ha tracciato un quadro tutt’altro che disastroso in relazione alla situazione debitoria. Ha parlato di un ponderato piano di ristrutturazione del debito grazie al quale si ritiene di poter ottenere, in Appello, l’annullamento della dichiarazione di fallimento.
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