L’identità di Prebenico ridefinita 90 anni dopo

La frazione di San Dorligo torna al nome originario di Prebeneg
È una sorta di piccolo grande appuntamento con la storia quello che attende oggi a San Dorligo della Valle. Dopo 94 anni di attesa, il Consiglio comunale voterà per cancellare il nome fascistizzato di una delle sue frazioni: Prebenico si prepara infatti a diventare Prebeneg.


La petizione


Nell’aprile del 2009 esattamente 148 residenti nella verde località di San Dorligo sottoscrivono con la propria firma l’iniziativa popolare per il ripristino del nome originario Prebeneg. L’azione, promossa e portata avanti dal circolo “Rapotec” presieduto da Boris Bondi, raccoglie il consenso del 90% dei residenti: un vero e proprio plebiscito. Chiarissima la motivazione inserita nel testo: «La denominazione “Prebenico” è stata escogitata al tavolo dei burocrati del regime fascista e imposta brutalmente dal Regio Decreto del 29 marzo 1923 n. 800, siglato dallo stesso Benito Mussolini ad appena cinque mesi dal colpo di stato fascista». E ancora: «Con questo ignobile atto è stato imbrattato e deturpato il nome dei luoghi nativi di numerose generazioni e di migliaia di abitanti e cittadini, senza margine di opposizione e senza che nessuno mai avesse loro chiesto il parere». Da qui la stoccata finale alle istituzioni: «Con questo gesto desideriamo fare ciò che lo Stato democratico non ha fatto in 50 anni di amministrazione dei nostri luoghi: riparare l'ingiustizia arrecata alle nostre località e ai nostri avi, per noi stessi e per i nostri figli. Non vi è più alcuna ragione per l’ulteriore mantenimento di questo appellativo fascista che offende ogni persona democratica, sia essa di nazionalità slovena che italiana».


La legge


Ma com’è si è dovuto agire per gettare le basi del cambiamento del nome? La base fondamentale è il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, approvato con il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive integrazioni e modificazioni, che prevede, all’articolo 15, comma 4, che «la denominazione delle borgate e frazioni è attribuita ai comuni ai sensi dell’articolo 118 della Costituzione». Importante anche l'articolo 3 dello stesso in cui si evidenzia che «il comune locale è l’ente che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo (…). I Comuni hanno autonomia statutaria».


L’iter


Inizialmente era stata ipotizzata l’indizione di un referendum per il cambio di nome della località all’interno dello Statuto di San Dorligo ove compaiono le diciture ufficiali di tutte le frazioni. In realtà il cambio dovrà essere effettuato proprio dal Consiglio comunale, poiché lo Statuto non consente l’istituzione di un referendum popolare. In questi otto anni la Commissione toponomastica non aveva più dato un seguito all’iniziativa popolare. Ora invece l’organismo, dal 2015 presieduto dal consigliere Davide Stolli della Slovenska Skupnost ha espresso parere favorevole all’approdo in Consiglio della delibera che oggi verrà discussa, votata e (a meno di un clamoroso colpo di scena) approvata. «Intanto desidero ringraziare l’assessore Franca Žerjal per l’interessamento dimostrato dal mio insediamento in poi», dice Stolli.


Il precedente


Il cambio della denominazione fascistizzata di una località non è cosa nuova nella provincia di Trieste. Nel comune di Monrupino-Repentabor, infatti, il 31 marzo del 2003 le diciture Rupingrande e Zolla sono state ufficialmente abolite, anche se spesso si continuano a utilizzare. Al loro posto, come potrebbe accadere oggi per Prebeneg, si è recuperata la dicitura storica pre-ventennio, ossia Repen e Col (pronuncia Zou). Anche in quel caso fu un’iniziativa popolare, sottoscritta dai tre quarti dei residenti, a spingere il Comune della Rocca a dare il via libera. Oggi il Consiglio comunale presieduto dal sindaco Sandy Klun seguirà le orme di quell’amministrazione riappropriandosi, spiega proprio il primo cittadino, delle radici calpestate quasi un secolo fa.


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