Quattro anni senza Liliana Resinovich: il sit-in sotto al tribunale di Trieste per chiedere giustizia
Tra le persone presenti al presidio anche Sergio, il fratello, e Claudio Sterpin, l'amico di Liliana

Circa una quarantina di persone si è radunata nella mattinata di oggi, giovedì 11 dicembre, davanti al palazzo di giustizia di Trieste, in Foro Ulpiano, per chiedere giustizia per Liliana Resinovich, scomparsa da casa quattro anni fa. In tanti mostravano un'immagine di Liliana e grandi cartelli con scritte per chiedere giustizia e verità.
Era la mattina del 14 dicembre 2021. Liliana era stata ritrovata morta, infilata in due sacchi neri, il 5 gennaio all'interno del bosco dell'ex ospedale psichiatrico.
Presenti al presidio di questa mattina, Sergio, il fratello, e Claudio Sterpin, l'amico di Liliana.
Sergio si è rifiutato di parlare con le testate locali, ma si è concesso a un giornalista di una tv nazionale. Al cronista del Piccolo che gli chiedeva il motivo, lui ha risposto: "Lui mi sta simpatico". Resinovich ha avuto parole di rabbia in particolare contro l'uomo che qualche settimana fa ha detto di aver ceduto sacchi neri a sua sorella tempo prima della scomparsa, sacchi simili a quelli all'interno dei quali è stato rinvenuto il corpo. Una voce considerata inattendibile dal fratello.
Anche Claudio Sterpin, l'amico di Lilliana, ha partecipato al sit-in, esponendo un cartello con le motivazioni della mobilitazione, voluta, si legge, "in modo pacifico e civile per ricordare Liliana Resinovich e per riaffermare con forza la necessità di restituire dignità e verità a una donna, a una cittadina italiana, vittima, secondo elementi chiari e gravi, di un omicidio".
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