Liliana Weinberg: «Stock, non c’è stato rispetto per la storia»

Produzione a Est, la nipote del fondatore dell’azienda: «Defezione inimmaginabile, non me l’aspettavo»
Di Paola Bolis
Foto BRUNI TRieste 15.04.12 Liliana Stock Weinberg
Foto BRUNI TRieste 15.04.12 Liliana Stock Weinberg

Una volta disse che per lei il 1995, l’anno in cui la tedesca Eckes acquistò l’azienda di famiglia, segnò «l’inizio di un incubo». Ma ancora oggi Liliana Weinberg Stock non riesce a capacitarsi di quanto sta accadendo. Benché sappia bene che «le finanziarie che hanno in mano le società vanno a cercare i luoghi in cui si produce a minor costo», «non me l’aspettavo, questa defezione», ripete: «So che a loro la storia di Trieste, i suoi simboli non dicono nulla, ma non mi aspettavo che la Stock ci sarebbe stata strappata. Pensavo ci fosse rispetto per la storia. Ci sentiamo fortemente privati di un qualcosa. Non so se i triestini possano fare molto ormai, ma esistono realtà - la Ras, le Generali - che non possono andarsene da qui».

Dice così, oggi che ha superato gli 80 anni di età, l’ultima rappresentante del ramo che discende direttamente da Lionello, il diciottenne che nel 1884 grazie a un’intuizione geniale fondò con il socio Carlo Camis la piccola distilleria a vapore che da Barcola si sarebbe espansa nei decenni fino a raggiungere una miriade di Paesi, dall’Ungheria agli Stati Uniti. «Dal 1995 noi non abbiamo più alcun collegamento con la società - precisa Liliana - ma mai avrei potuto immaginare una Stock senza Trieste e una Trieste senza Stock. Lionello portò il nome di questa città nel mondo, ma fu anche uomo simbolo di un’imprenditoria lungimirante: “Preferisco stare senza elettricità piuttosto che senza pubblicità”, diceva». Lei, figlia di Gino Stock, uno dei fratelli di Lionello, lo conobbe quand’era bambina: «Una persona eccezionale, anche dal punto di vista umano: un benefattore che sapeva capire il suo prossimo. Che parlasse con un operaio o con un socio, l’appellativo che usava era sempre “amico mio”. La sua fu l’intuizione della globalizzazione».

Quella globalizzazione che oggi, piegata a esigenze di mercato, ha portato la Stock Spirits Group, proprietà del fondo americano Oaktree Capital Management, ad annunciare lo spostamento della produzione da Trieste alla Repubblica Ceca. È l’epilogo di una storia centenaria che iniziò a virare quando la Stock passò nelle mani della Eckes, appunto. Un periodo quello - ricorda Liliana Weinberg Stock - di forti tensioni interne alla famiglia. «Errori da parte nostra? Purtroppo Lionello morì senza lasciare figli. E tra i tanti nipoti, come accade nelle grandi famiglie, si scatenò allora una gara: tutti pensavano di essere al vertice, tutti volevano avere la voce più forte degli altri». Poi, col tempo, il dibattito interno: «C’erano visioni divergenti tra gli azionisti, per la famiglia fu un momento molto triste, molto combattuto. E quando si trattò di vendere alla Eckes, furono gli azionisti di maggioranza a prendere quella decisione: noi combattemmo per evitare la cessione ma non riuscimmo a evitarla, restammo in minoranza. Consultammo anche degli avvocati internazionalisti sulla possibilità di dichiarare i soci entranti come non graditi. La Eckes si dimostrò poi una grandissima industria, ma nel campo delle bibite analcoliche: cambiarono anche il genere di prodotti, senza alcuna fedeltà per quelli storici...»

Dopo la Eckes, ecco il fondo americano. E ora, lo spostamento della produzione nell’Est europeo. La chiusura di un’epoca, certo. E però «la visione imprenditoriale di Lionello Stock, la sua visione dell’etica d’impresa, è talmente futuribile - dice Liliana Weinberg Stock - da far permanere il valore del nome, del marchio». Così, per tenere vivo lo spirito di quello che fu il fondatore, esiste da anni la “Fondazione Stock Weinberg per gli studi sulla coesistenza tra i popoli”, attiva in tre settori: la formazione, con diverse attività tra cui un premio per giovani imprenditori; la scienza e la medicina, con la creazione di reparti in medicina a Tel Aviv e Gerusalemme e con finanziamenti per la ricerca; e la musica, con concorsi lirici e iniziative interculturali. «E poi - chiude Liliana Weinberg Stock, che della Fondazione è presidente - siamo orgogliosi che ci sia a Trieste una scuola intitolata a Lionello Stock. Un segno tangibile, solido, che perdura nel tempo».

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