L’imprenditore “pigliatutto” Ritossa compra pure l’ex atelier di Spagnoli a Trieste

TRIESTE Gabriele Ritossa si candida a mago della resurrezione edilizia triestina. Dopo aver comprato l’ex Distretto militare sotto San Giusto e l’ex Filodrammatico in via degli Artisti (insieme ad Alessandro Pedone e Alberto Diasparra), il cinquantenne imprenditore, che opera anche nelle case di cura per anziani con il brand Zaffiro, ha messo a segno il triplete comprando uno dei più rinomati ruderi del ben provvisto campionario comunale: l’antico edificio di via dell’Ospitale 12, conosciuto per aver ospitato fino alla metà dello scorso decennio l’atelier di Nino Spagnoli.
Lo stabile, sul quale insiste un vincolo della Soprintendenza, è confinante con l’ex Distretto, per cui va a configurarsi un ampio compendio “sinergico” probabilmente destinato a fini ricettivo-alberghieri.
L’acquisto è avvenuto all’asta, attorno al mezzogiorno di ieri mattina al quarto piano del “palazzo di vetro” municipale: dopo una serie di rilanci scambiati con un altro competitore, il delegato di Ritossa ha prevalso al prezzo di 530.000 euro.
Poichè la cifra non arriva ai 650.000 euro indicati dalla civica amministrazione come base d’asta, il presidente del seggio di gara Luigi Leonardi, dirigente del servizio immobiliare, coadiuvato da Riccardo Vatta e Rosssana Zagarìa, ha provveduto a una aggiudicazione “provvisoria”, che dovrà essere confermata da un passaggio giuntale previsto nell’arco dei prossimi sette giorni.
Era presente l’assessore Lorenzo Giorgi, che ovviamente non ha voluto commentare, limitando l’esternazione a un prudente «interessante».
Ma lasciamo la parola alla narrazione “in differita” dell’asta, interessante anche per una certa atipicità procedurale. Necessita una premessa: via dell’Ospitale 12 fa parte di una partita di immobili “inespugnabili”, nel senso che, nonostante svariati esperimenti di gara, il mercato si era sempre mostrato assai riottoso. Dopo ben sei tentativi infruttuosi che avevano portato il valore dell’edificio da 2 milioni a 650.000 euro, il Comune aveva cambiato tattica, accettando offerte più basse rispetto alla stima. Così la situazione si è sbloccata e prima dello scorso 31 dicembre sono atterrate sui tavoli dell’Immobiliare tre proposte, che ieri sono state messe a confronto con possibilità di rilanciare.
Prima busta quella di Emanuele Morassutti, un privato che ha offerto 315.000 euro. Seconda busta quella della società milanese Nicea , afferente alla Sarafin di Ritossa, rappresentata da Samuel Della Pietra: parte da 400.000 euro. Terza chance a cura di Alessandro Lucchetta, titolare della Goldon Hotel & Resort (Continentale e Modernist): propone 458.000 euro. Morassutti si chiama subito fuori, mentre Della Pietra alias Ritossa e Lucchetta cominciano a duellare: da 470 mila, 480, 490, 505, 515, 520, fino a 530 mila ... Lucchetta non sale a questa quota e la preda viene così ghermita da Ritossa. Come abbiamo visto, il bene non sarà nelle immediate disponibilità dell’imprenditore triestino, che dovrà attendere la valutazione dell’esecutivo municipale, poi depositerà una cauzione pari al 10% dell’importo e avrà tempo sei mesi per la stipula dell’atto (salvo problemi). —
Riproduzione riservata © Il Piccolo