L’improba lotta sul monte Jovet all’incendio indomabile

Da 25 giorni le fiamme stanno bruciando i boschi attorno a Chiusaforte. E ora si teme per i bovini dell’altipiano del Montasio
Di Roberto Urizio
Chiusafort 06 Agosto 2013 elicotteri rifornimento Telefoto Copyright Petrussi Press Turco
Chiusafort 06 Agosto 2013 elicotteri rifornimento Telefoto Copyright Petrussi Press Turco

TRIESTE. Indomabile, almeno sinora. Prosegue da 25 giorni l’incendio che sta distruggendo ettari di bosco sul monte Jovet e che sta coprendo di fumo l’area attorno a Chiusaforte. Al momento il fronte di fuoco è stimato attorno ai tre chilometri su una superficie di circa 650 ettari di bosco ma c’è anche il fronte sopra Pietratagliata a tenere impegnati Vigili del Fuoco, Corpo Forestale e Protezione civile: a bruciare una superficie attorno ai 180 ettari per un fronte di circa 800 metri.

Le fiamme continuano a divampare, complici le alte temperature e la siccità di questo periodo ma il fuoco è stato quantomeno circoscritto evitando di mettere in pericolo i centri abitati (messa in sicurezza in particolare la frazione di Patocco) anche se i danni sono già ingenti visto che sono stati bruciati più di 800 ettari di bosco e impiegate risorse per oltre 1,5 milioni di euro per le opere di spegnimento. L’incendio sta risalendo verso Sella Nevea e la Slovenia e il pericolo più incombente riguarda l’altipiano del Montasio e le mandrie di bovini dai quali si ricava il latte per il famoso formaggio mentre in Comune di Pontebba le fiamme hanno pericolosamente avvicinato la ferrovia e i tralicci dell’alta tensione. Da ieri pomeriggio è chiusa la strada provinciale della Val Raccolana per il pericolo di caduta massi. Le operazioni di spegnimento sono rese molto complicate anche dalla coltre di fumo che ha letteralmente coperto tutta la zona, rendendo l’aria irrespirabile in molti centri abitati della zona. È stata raggiunta addirittura la città di Udine. L’assenza di qualsiasi precipitazione da giorni non facilita le cose, consentendo al fuoco di rafforzarsi grazie alla vegetazione secca e al fumo di stagnare. Le previsioni del tempo parlano di possibili temporali tra oggi e domani ma è ancora da vedere se le precipitazioni interesseranno l’area colpita dall’incendio. Da ieri è operativo anche un Ericsson “Nuvola Rossa”, velivolo messo a disposizione Corpo Forestale nazionale che ha una capacità di 10 mila litri di acqua e, al contrario dei tradizionali Canadair (il terzo è stato inviato sempre ieri dalla Protezione Civile nazionale, può stazionare sopra l’area da “colpire”. I responsabili delle operazioni di spegnimento si augurano che l’intervento di questo mezzo possa consentire di vincere definitivamente le fiamme anche se non mancano le polemiche e i dubbi sul ritardo con cui l’Ericsson è stato mandato da Roma, sebbene l’allarme incendi non riguardi solo il Friuli Venezia Giulia. Nel frattempo la Carinzia, ricevendo il «sentito ringraziamento» della governatrice Debora Serracchiani, ha offerto il suo aiuto mettendo a disposizione le sue forze per concorrere alle operazioni. L’incendio di Chiusaforte si è scatenato il 14 luglio per cause naturali: a quanto pare a provocare i diversi fronti di fiamme sarebbero stati alcuni fulmini. Il tutto sembrava essere stato spento in pochi giorni ma le fiamme, complici le condizioni climatiche, hanno ripreso maggiore vigore alimentando il rogo che sta ancora tenendo impegnati i mezzi di Vigili del Fuoco, Protezione Civile e Corpo Forestale. «È una lotta incessante, tutto il personale impegnato sta lavorando al massimo delle proprie possibilità per cercare di limitare l’espandersi delle fiamme» assicura l’assessore regionale alla Protezione civile Paolo Panontin, che due giorni fa ha effettuato un sopralluogo in zona con Serracchiani. «Le difficoltà d’intervento della nostra Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, del personale del Corpo forestale regionale, coadiuvati dagli operai della Provincia di Udine e del Comune di Chiusaforte sono infatti notevoli e tutto il personale - continua Panontin - sta in queste ore cercando soprattutto di contenere le fiamme, che tendono ad investire sempre più i fondovalle, andando ad interessare la viabilità locale». Proprio il problema della viabilità, nel primo pomeriggio di ieri, è stato al centro di una riunione operativa allargata per valutare la situazione legata al possibile interessamento della statale 13 da parte di alcuni focolai.

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