L’incredibile avventura nello spazio di Rosetta

È un successo mondiale l'atterraggio su una cometa. "Rosetta", così si chiama la missione "Cornerstone" sviluppata dall'Agenzia spaziale europea lanciata 10 anni fa per lo studio dei corpi minori del sistema solare e in particolare della cometa 67/Churyumov-Gerasimenko, deve il suo nome alla Stele di Rosetta, la lastra di pietra che consentì agli studiosi di archeologia di decifrare i geroglifici degli antichi egizi. La sonda è costituita da un orbiter contenente i sensori per gli esperimenti di "remote sensing" (uno strumento che riceve informazioni a distanza senza il contatto fisico) e da un lander detto Philae che ha toccato la superficie della cometa il 12 novembre 2014. Il nome del lander deriva dall'isola di Philae sulla quale è stato trovato un obelisco che ha contribuito in maniera decisiva alla decifrazione della Stele di Rosetta.
La sonda ha iniziato il suo viaggio il 2 marzo 2004 e ha navigato verso l'orbita di Giove per poi proseguire in stato di ibernazione per 31 mesi poiché i suoi pannelli solari non erano più in grado di fornire sufficiente energia per la strumentazione di bordo. Il 20 gennaio 2014, grazie ad un orologio interno, si è svegliata automaticamente e ha ripreso il suo viaggio fino a raggiungere il 6 agosto 2014 la cometa 67/Churyumov-Gerasimenko, grande circa 3,5 chilometri per 4 nei punti di massima estensione. Ha percorso oltre 6,5 miliardi di chilometri sfruttando la spinta fornita dalle orbite di alcuni pianeti.
Notevole è il contribuito tecnologico fornito dagli italiani alla costruzione di Rosetta e di Philae attraverso la progettazione di strumenti sofisticati quali lo spettrometro Virtis, il sensore Giada e l'apparecchio Sd2 progettato per raccogliere campioni che possono essere studiati con i sensori integrati nel lander. A realizzare molte di queste tecnologie è stata la Finmeccanica Selex Es e molti ricercatori italiani dell'Università di Napoli, di Padova, del Politecnico di Milano, dell'Inaf e del Cnr hanno lavorato a questo progetto fornendo contributi preziosi. Anche i sistemi di controllo e pianificazione della missione sono stati progettati dall'azienda italiana Telespazio. L'obiettivo scientifico della missione è scoprire l'origine delle comete e la loro composizione per poter conoscere le origini del sistema solare.
Dopo l'atterraggio di Philae, durato 7 ore, che ha lasciato con il fiato sospeso gli scienziati di tutto il mondo, arrivano i primi risultati del lavoro eseguito durante le prime 60 ore sulla cometa. Grazie allo strumento Mupus, che ha provato a scalfire la superficie della cometa, si è appreso che la sua consistenza è dura come il ghiaccio e questo è stato confermato anche dai rilevamenti compiuti dalla strumentazione Sesame. Le analisi effettuate invece dallo strumento Cosac sull'atmosfera della cometa avrebbero rivelato la presenza di molecole organiche. Intanto la sonda Rosetta, rimasta in orbita, continuerà a sorvegliare la cometa seguendola nel suo viaggio verso il sole per poter individuare i cambiamenti progressivi della sua superficie ghiacciata. Si calcola che nella prossima estate la cometa si troverà a 185 milioni di chilometri dal Sole, nel punto più vicino alla nostra stella.
Arianna Simoneschi
IV beta istituto magistrale
Giosuè Carducci
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