L’infermiere di comunità alla Corradini di Ronchi

Presto arriverà anche l’infermiere di comunità. Un altro tassello dell’integrazione tra servizi sociali e sanitari. La casa albergo Domenico Corradini di Ronchi dei Legionari è una struttura di eccellenza per l’assistenza agli anziani, con personale di alta professionalità, ma anche grande umanità e spazi attrezzati con attenzione, decoro e pulizia. «Persino i bagni comuni, quelli in cui si offrono particolari attenzioni agli utenti, potrebbero benissimo essere quelli di un hotel e c’è grande attenzione e delicatezza anche al fine vita con ambienti rispettosi dei defunti e dei loro familiari, una cura che non ho mai trovato in altri posti». È un riconoscimento importante, arrivato dal nuovo direttore facente funzioni del Distretto Basso Isontino, dottor Carlo De Vuono, che, nei giorni scorsi, ha visitato la casa albergo di via D’Annunzio, accompagnato dall’assessore ai Servizi sociali, Gianpaolo Martinelli, dalla nuova responsabile del servizio residenze protette per anziani, Sara Angelini, dalla nuova responsabile della casa albergo, Daniela Bergamasco, e da altri operatori, come Daniela, Cristina e Sergio.
«Al dottor De Vuono, che ha grande esperienza e conoscenza professionale – ha detto Martinelli – ho illustrato il progetto di riorganizzazione della casa albergo, la riqualificazione degli ambienti con il trasferimento nella stessa struttura dell’ufficio degli assistenti sociali e abbiamo condiviso l’obiettivo che la casa albergo è al centro dei servizi alla persona».
E ora dunque si sta lavorando, obiettivo il prossimo anno, per trovare, nella casa albergo, lo spazio per l’infermiere di comunità che consentirà di creare una rete tra Azienda sanitaria, medici di Medicina generale, Comune e soprattutto cittadini. «Proprio il collegamento dei servizi – ha aggiunto – consentirebbe ai servizi sociali di andare in direzione del territorio, limitare le ospedalizzazioni e i ricoveri impropri. Aspettiamo che la riforma sanitaria porti un riscontro di quanto fatto e un rinforzo per l’ambito territoriale». Principio condiviso dal dottor De Vuono. «Deve esserci un’integrazione tra servizi sociali e servizi sanitari – ha detto – e ciò per un’assistenza globale ed anche perché da soli non si va da nessuna parte».
Attualmente nella casa albergo Corradini trovano ospitalità 66 ospiti residenti non autosufficienti (dai 65anni agli ultranovantenni) e 11 utenti del centro diurno. Esiste inoltre una lista d’attesa, anche se spesso gli utenti del centro diurno diventano poi residenziali. «La nostra è un’offerta per la persona, ma anche per la famiglia, offerta che viene apprezzata. E questo – ha detto Sara Angelini – è il nostro punto di forza. La casa albergo diventa la casa dei nostri ospiti». Ospiti che, va anche detto, possono godere di frequenti contatti con gli alunni che frequentano le scuole della zona. Il contatto e le iniziative che svolgono assieme permettono di arrivare ad una perfetta integrazione tra strutture e loro protagonisti. Di recente sono stati impiegati ulteriori 170 euro per interventi di manutenzione straordinaria messi a punto in questi mesi e volti all’adeguamento per la riclassificazione della struttura.—
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