L’invasione di tartarughe da Noghere a Miramare

L’invasione di tartarughe esotiche nella zona dei laghetti delle Noghere, segnalata alcuni giorni fa e documentata da Il Piccolo anche con foto e video, non è un caso isolato a Trieste. A causa di continui abbandoni da parte della gente, negli ultimi anni colonie si sono formate anche in laghetti e stagni di Percedol, Contovello, Rupingrande, al Giardino Pubblico, in Villa Revoltella e al Parco di Miramare. Un vero e proprio fenomeno in crescita dovuto soprattutto alla scarsa eduzione e alla poca informazione di chi acquista testuggini, che poi non riesce ad accudire in modo adeguato.
Pensando di fare il bene dell’animale, liberandolo in spazi ampi, in realtà nella maggior parte dei casi i danni sono doppi, sia all’ecosistema presente, sia alla tartaruga stessa. «Gli esemplari non autoctoni immessi in Europa costituiscono una minaccia per la flora e la fauna, con l’estinzione di specie rare ed importanti tra le quali proprio le testuggini palustri europee - spiega Nicola Bressi, direttore dei Musei scientifici -. Una delle conseguenze che pochi conoscono poi è che le tartarughe esotiche acquatiche eliminano i nemici della zanzara tigre, che quindi può proliferare indisturbata. Inoltre gli spazi d’acqua dove vengono abbandonate diventano progressivamente torbidi e sporchi. Ma per la stessa tartaruga il cambiamento può rivelarsi dannoso o letale. Mi è capitato di intervenire per esemplari terrestri annegati, perché scambiati per acquatici e gettati nei laghetti o, viceversa, per tartarughe acquatiche lasciate “a secco”. Le persone continuano a comprarle e a liberarsene. Ne ho raccolte tre nel Giardino pubblico appena poche settimane dopo l’ultima pulizia, quando già altre erano state soccorse e portate all’Enpa».
Ma il problema non riguarda solo Trieste, in tutta Italia il fenomeno si ripete, nonostante campagne di sensibilizzazione avviate già da tempo. «Un collega ha accertato la presenza e l’evoluzione di ben sei specie di tartarughe esotiche in un parco romano - aggiunge Bressi - ed è così per molte altre città. Il destino di questi animali poi è segnato, spesso finisco in centri di “raccolta” affollati dove finiranno la loro vita in modo piuttosto triste».
A Trieste è stato stilato anche un vademecum esaustivo, reperibile online, e in caso di problemi o dubbi si può contattare lo SportelloNatura dei Musei Scientifici: 0406754603, sportellonatura@comune.trieste.it. «A chi desidera un rettile consiglio di documentarsi con attenzione prima dell’acquisto, gli animali sono destinati a crescere e ad avere determinate esigenze. Ricordo infine - conclude Bressi - che esiste una sanzione per l’abbandono di un animale, il codice penale infatti non distingue tra cani o altri animali, è sufficiente siano vissuti in cattività, come accade appunto anche per le tartarughe». (m.b.)
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