L’isola di Veglia in rivolta contro il terminal container

di Andrea Marsanich
FIUME
I veglioti non ci stanno e lo fanno capire in modo chiaro, parlando di referendum se la loro volontà dovesse venire calpestata. È da anni che si parla del trasferimento a Veglia di parte delle capacità portuali fiumane e cioè della movimentazione container, avendo l’isola quarnerina le condizioni ideali per ospitare questo tipo di attività. Parliamo dell’insenatura Blatna e della penisola di Tenka, nel Comune di Castelmuschio (Omisalj), area nord-occidentale dove sono già attivi l’azienda petrolchimica Dioki e gli impianti dell’Oleodotto adriatico Janaf, mentre in futuro dovrebbe sorgervi l’ormai famoso rigassificatore. Il sindaco di Castelmuschio, Tomo Sparozic, non vuole sentir parlare di nuove strutture industriali: «La nostra municipalità ha già dato quanto ad industrializzazione e non ci interessano altri stabilimenti. Nessuno è riuscito finora a convincerci che a Veglia debba entrare in funzione un nuovo terminal container. Lo avrebbe dovuto fare, tra gli altri, l’ex presidente della Regione quarnerino-montana, Zlatko Komadina, che ora è ministro dei Trasporti. Se non ci ascolteranno, ed abbiamo il sostegno delle altre amministrazioni isolane, indiremo una consultazione referendaria contro il nuovo scalo e contro il progetto della ferrovia isolana e del secondo ponte tra Veglia e la terraferma. Voglio ricordare che l’isola copre il 31 per cento delle presenze turistiche a livello regionale e il 7 per cento a livello nazionale».
Veglia è fortemente tirata in ballo dal progetto della ferrovia pianeggiante Fiume-Zagabria-Botovo (confine croato – ungherese), che prevede pure l’approntamento del terminal contenitori a Castelmuschio, il suo allacciamento all’infrastruttura ferroviaria e la costruzione del secondo ponte vegliota che a differenza del primo, inaugurato nel 1980, potrebbe essere percorso anche da treni. «La Croazia deve valorizzare la sua posizione geostrategica – ha dichiarato giorni fa il ministro Komadina – specie l’ Alto Adriatico che è l’ area che penetra più profondamente a nord nel corpo dell’Europa. È un vantaggio che non dobbiamo perdere, specie in virtù dell’aumento del volume di traffici dall’Asia, in primis India, Cina e Giappone». Quali i vantaggi del terminal container a Castelmuschio? Diversi: grandi spazi di manovra per le navi portacontenitori, pescaggio di almeno 16 metri, scalo lungo 1300 e largo 500 metri, possibilità di ospitare 4 navi contemporaneamente, trasporto dal 60 all’ 80% di merci tramite strada ferrata.
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