L’Isonzo intitolato “Fiume sacro ai popoli”

SAN CANZIAN D’ISONZO. L’Isonzo sarà "fiume sacro ai popoli d’Europa" a San Canzian d’Isonzo, Fiumicello, Sagrado e Gradisca, che hanno quindi scelto una dicitura diversa rispetto a quella di Gorizia per ricordare, a chi transita lungo i ponti che connettono le due sponde, il sangue versato da centinaia di migliaia di soldati, dell’esercito italiano e austroungarico nel primo conflitto. Nella prima ipotesi, il Comune di Sagrado aveva sposato la versione "Isonzo fiume sacro alla Patria", proposta dal cavaliere Antonio Boscolo a nome della Croce rossa italiana e dell’Unci (Unione nazionale cavalieri italiani).
L’amministrazione di San Canzian lo scorso giugno ha però sollecitato le altre tre amministrazioni, tutte governate dal centrosinistra, una riflessione sulla scritta da apporre sui cartelli, perché fosse occasione per ricordare tutte le vittime dei due conflitti mondiali, provenienti in sostanza da buona parte dei Paesi europei. Si è giunti così a un percorso condiviso che le quattro amministrazioni hanno voluto presentare sabato scorso in occasione della giornata ecologica Insieme par l’Isonz. Anima dell’iniziativa è stato appunto il cavaliere Antonio Boscolo, che l’ha proposta, a nome della Cri e dell’Unci al Comune di Sagrado, il quale l’ha recepita e condivisa con le amministrazioni di Fiumicello e Gradisca d’Isonzo. L’assessore di San Canzian, Sergio Cosolo, ha svolto il ruolo di coordinatore dell'iniziativa. Sono stati così realizzati dei cartelli con la scritta "Isonzo, fiume sacro ai popoli d'Europa", posizionati a ridosso dei ponti che, nei rispettivi comuni, attraversano il fiume. Il significato dell’intitolazione, come spiegano gli amministratori dei quattro Comuni, è quello di ricordare come l’Isonzo, durante la prima Guerra mondiale, sia stato teatro della morte di innumerevoli soldati, che qui hanno combattuto su fronti opposti. «Cessate le ostilità e stabilita finalmente la pace, l’Isonzo è peraltro poi divenuto anche il simbolo della convivenza e comunicazione tra popoli e culture diverse - hanno affermato gli amministratori -. È un fiume che fisicamente, come anche idealmente, travalica i confini, favorendo reciproca comprensione e tolleranza».
Si è voluto ricordare, inoltre, la dimensione transfrontaliera del fiume Isonzo che nasce in territorio sloveno, e lo attraversa per i tre quarti del suo percorso, giungendo, nell’ultimo quarto in Italia, Friuli Venezia Giulia. Una dimensione naturalmente internazionale ed europea. I diversi popoli delle nazioni che oggi compongono l’Unione Europea hanno la memoria storica dei loro avi che combatterono sulle sponde di questo fiume, persone che oggi ritornano in un "pellegrinaggio di ricordo" rivivendo i nostri territori nello spirito della pace e della fratellanza.
Laura Blasich
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