L’Italia acquista ancora acqua oltreconfine 400 mila euro l’anno alla Slovenia dal 1947

Francesco Fain
“Contributo statale per il rifornimento idrico della città di Gorizia. Accertamento e impegno per 400 mila euro”.
Potrebbe sembrare una delle tante determine tecniche, importanti ma dallo scarso interesse di cronaca, che compaiono settimanalmente sull’Albo pretorio del Comune. In realtà, il contenuto è quantomeno curioso perché si tratta di un aiuto economico da parte dello Stato che si rinnova da decenni.
La guerra
e il Trattato di Pace
Quei soldi, semplificando al massimo, servono all’ente locale per andare ad acquistare un certo quantitativo di acqua dalla Slovenia, dove c’è l’impianto di Fontefredda. Il tutto trae origine dal Trattato di Pace di Parigi, sottoscritto il 10 febbraio 1947. «Tale contributo - si legge nella determina -, per gli anni successivi, è annualmente rivalutato rispetto a quello dell’anno precedente, in relazione all’aumento del prezzo dell’acqua da determinarsi, ogni 12 mesi, in base alla modalità previste dall’accordo medesimo».
Da molti anni, il criterio per la quantificazione del contributo consiste nel riconoscimento di un importo pari al 98% del costo complessivo sopportato dal Comune per l’acquisto dell’acqua oltreconfine. Nel 2007, la commissione mista italo-slovena, composta da Irisacqua e dall’omologa Vodovodi in Kanalizacjia Nova Gorica, determinò il prezzo dell’acqua, a partire dal 2008, in 25 centesimi al metro cubo. L’ultimo stanziamento statale, relativo al 2018, è di 400 mila euro. Della serie: paga in ritardo lo Stato, ma paga per l’acqua prelevata dall’impianto in riva sinistra dell’Isonzo, ai piedi del Monte Santo.
A spiegare, più nel dettaglio, i termini dell’operazione sono il sindaco Rodolfo Ziberna e il parlamentare Guido Germano Pettarin, già assessore comunale a Bilancio e Partecipate. Il primo rammenta come nel 1947, in seguito agli esiti della Seconda guerra mondiale, Gorizia non poté più accedere alla fornitura idrica che era “rimasta” nell’altro Stato. «I pozzi, infatti, sono restati al di là del confine imposto nel 1947 con il trattato di pace di Parigi. Da qui, l’indennizzo che è diventata una voce fissa del documento contabile. Nel frattempo, la città si è riorganizzata realizzando i pozzi alla Mochetta e nella risalita al Castello».
Le motivazioni
del contributo
Più nel dettaglio entra Pettarin, conoscitore della materia. «Terminato il secondo conflitto mondiale, le fonti d’acqua non rientrarono più nel territorio italiano. E fu necessario accordarsi per fare in modo che Gorizia avesse le disponibilità idriche e si strutturasse per realizzare fonti proprie, superando quella fase di difficoltà. E così si fece. E oggi si può dire che quella che era una fornitura indispensabile nel dopoguerra, oggi non lo è nemmeno più. Ma si tratta, comunque, di avere a disposizione una riserva», argomenta il parlamentare. Che guarda oltre. E evidenziando l’affermazione per la Capitale della Cultura 2025, sottolinea come «le due città siano sulla strada per diventare un’unica città. E anche nell’ambito dei servizi, bisognerà cominciare a pianificare e a ragionare come un’unica entità».
Un altro passaggio della determina è fondamentale. Si rammenta come il trattato internazionale che regolamenta il rapporto fra Italia e Slovenia è «vigente, finché non venga espressamente modificato in seguito a eventuali diverse intese fra i due Paesi».
L’attività
di Irisacqua
In ultimo, alcuni numeri (su scala provinciale) dell’importante attività svolta da Irisacqua. Dati desunti dagli ultimi documenti di bilancio. «I vari sistemi idrici gestiti da Irisacqua sono composti da 7 impianti di captazione dove l’acqua viene prelevata da 36 pozzi, 4 impianti di sollevamento principali con adduzioni verso i serbatoi e 12 impianti di risollevamento distribuiti lungo le reti di distribuzione - si legge nel documento -. La rete acquedottistica, adduzione e distribuzione, è pari a 1.074 km. A completare i sistemi idrici ci sono 42 serbatoi. I metri cubi immessi in rete sono stati 19.183.958, di cui 10.630.531 mc fatturati agli utenti: la percentuale d’acqua non contabilizzata diminuisce sensibilmente rispetto allo scorso anno in virtù delle attività sulla rete idrica inerenti mitigazione delle perdite e riduzione della pressione». —
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