Lite sul golfo di Pirano Lubiana rilancia sul dialogo

A fine luglio Zagabria si era ritirata dalla procedura di arbitrato internazionale I due presidenti si incontreranno fra pochi giorni al forum europeo di Alpbach
Di Giovanni Vale
25 May 2014, Piran --- Slovenia, Piran, Twilight City --- Image by © Rob Tilley/Corbis
25 May 2014, Piran --- Slovenia, Piran, Twilight City --- Image by © Rob Tilley/Corbis

ZAGABRIA. Croazia e Slovenia riprenderanno a breve a dialogare sul golfo di Pirano. A fine agosto entrambi i capi di Stato, la presidente croata Kolinda Grabar-Kitarovi„ e il suo omologo sloveno Borut Pahor, s’incontreranno in occasione del Forum europeo di Alpbach e del Forum strategico di Bled. In un contesto meno formale ma non per questo meno teso rispetto agli scambi bilaterali delle ultime settimane, Zagabria e Lubiana potranno così riaprire il capitolo Pirano: l’annosa contesa transfrontaliera, che si è trasformata quest’estate in uno scandalo diplomatico. Da parte slovena, Pahor ha già confermato all’agenzia Sta la sua intenzione di approfittare del prossimo appuntamento per “riscaldare” le relazioni tra i due Paesi. «Mi aspetto una discussione onesta e produttiva - ha confidato il Presidente ai giornalisti - Dobbiamo continuare a parlare, su ogni cosa. Dopo tutto, siamo partner nella Nato e nell’Unione europea». In quanto alla disputa marittima, però, le posizioni dei due capi di Stato divergono e non di poco. A fine luglio, la Croazia si è ritirata unilateralmente dalla procedura di arbitrato internazionale, iniziata nel 2010 ma ormai considerata “irreparabilmente compromessa” dal governo di Zagabria.

Qualche giorno prima, infatti, il quotidiano Vecernji List aveva reso note delle intercettazioni telefoniche che mostravano come uno dei cinque giudici della corte, lo sloveno Jernej Sekolec, fosse in continuo contatto con la rappresentante di Lubiana presso il tribunale, Simona Drenik, e le avesse trasmesso delle importanti informazioni interne. La notizia aveva allora convinto il Sabor, il parlamento croato, a votare all’unanimità l’abbandono dell’arbitrato, nonostante il paese si fosse impegnato a rispettarne il verdetto, previsto per quest’autunno. La decisione di uscire dal negoziato era stata condivisa anche dalla presidente Grabar-Kitarovi„, che aveva già messo in dubbio l’oggettività della procedura in corso all’Aia.

Diametralmente opposto il punto di vista di Borut Pahor e delle autorità di Lubiana. Dopo la pubblicazione delle telefonate segrete, Sekolec e Drenik hanno immediatamente rassegnato le dimissioni, mentre il governo sloveno ha continuato a difendere la legittimità del tribunale e ha nominato un nuovo giudice (il francese Ronny Abraham, dimessosi poi anche lui). Ora, tocca al presidente della Corte arbitrale, Gilbert Guillaume, scegliere chi rappresenterà i due paesi all’Aia (il rappresentante croato, Budislav Vukas, ha lasciato in seguito al ritiro votato dal Sabor). E mentre Zagabria assicura di non voler più metterci piede, Lubiana insiste perché il processo continui. «Per la Slovenia, la cosa più importante è che il tribale determini il confine tra i due paesi», ha dichiarato il presidente sloveno ai microfoni di Sta, aggiungendo che il voto del parlamento croato «pone una domanda legittima, se la Croazia abbia firmato e ratificato l’accordo sull’arbitrato anche per risolvere la quesitone frontaliera o primariamente per diventare un membro dell’Unione europea». Nel 2010, infatti, la Croazia aveva dovuto rassegnarsi a portare la questione di Pirano all’Aia per far avanzare la sua candidatura a Bruxelles, altrimenti bloccata da Lubiana.

Ora che il paese è diventato il 28esimo Stato membro dell’Ue, la discussione sul golfo, che stava per arrivare ad una conclusione (a quanto pare favorevole alla Slovenia) è di nuovo ad un punto morto. Riusciranno i due presidenti a rilanciare il dialogo bilaterale? L’impasse che dura ormai da decenni è decisamente preoccupante per Zagabria, che conta altre tre dispute territoriali con altrettanti vicini. Altri dossier che dovranno essere risolti prima o poi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo