Liva (Cgil): «Gli immigrati fanno i lavori più pericolosi»

RONCHI DEI LEGIONARI. È polemica dopo le dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Ronchi dei Legionari sul tema della sicurezza e dell'immigrazione. A criticare il primo cittadino ronchese è la segreteria provinciale della Cgil, retta da Paolo Liva, la quale sottolinea come certe esternazioni travalichino il buon senso e denotino scarsa conoscenza del tema affrontato. Un duro colpo nei confronti del sindaco ronchese che, nei giorni scorsi, aveva avuto il suo bel daffare con le critiche, sempre giunte dalla Cgil, sulla questione dei lavoratori socialmente utili.
«Nelle competizioni elettorali o referendarie - lamenta Liva -, molte volte si arriva al punto in cui per far valere le proprie ragioni, si usano toni o argomenti che possono avere facile presa sui cittadini, ma possono pure creare molti danni specie in un momento di grave crisi economica come quello che stiamo vivendo».
È proprio il caso di questa nuova querelle. Nella lettera di Fontanot, in effetti, si solleva la questione del rapporto fra industria locale, in modo particolare la navalmeccanica, la presenza di migliaia di lavoratori immigrati e la criminalità sul territorio. «In una realtà economica come quella della nostra provincia - continua Liva - basata soprattutto sulla presenza del cantiere navale, che deve però fare i conti con 15mila disoccupati, con tanti giovani diplomati e laureati che non trovano lavoro e devono andarsene, con una popolazione di quasi 45mila pensionati e, dove, le poche nuove iniziative industriali o di sviluppo vengono sistematicamente boicottate o bocciate, pensiamo che un amministratore o politico che sia dovrebbe chiedersi il perché della presenza di tanti lavoratori stranieri». Tale fenomeno non si è evidenziato solo in questi ultimi anni, ma già 15-20 anni fa, e la crisi non era ancora scoppiata; più della metà dei lavoratori edili dell’Isontino era costituita da lavoratori stranieri provenienti prevalentemente dall’Est europeo. Un lavoro duro e faticoso. «Oggi le migliaia di immigrati che lavorano dentro il cantiere navale, molte volte sottopagati, ricattati e senza diritti - prosegue il sindacalista - sono quasi tutti dipendenti di ditte italiane ma, quello che vorremmo evidenziare, è che sono impiegati nei lavori più “sporchi”, nocivi e pericolosi».
Le recenti indagini svolte dalla magistratura, anche su denunce e segnalazioni fatte dalla Cgil, hanno dimostrato che i lavoratori immigrati sono nella grande maggioranza dei casi, vittime di un sistema: «Dipingere poi Ronchi dei Legionari, come una sorta di “oasi felice” immune da fenomeni di microcriminalità come la vicina Monfalcone, ci sembra azzardato. Auspichiamo che il sindaco - aggiunge Liva - non abbia in mente di costruire un muro con reticolati che separi la cittadina dai propri vicini, prendendo a modello quello che stanno facendo alcuni governanti della “civile” Europa. Resta il fatto che pur in una campagna referendaria il cui clima si sta indubbiamente surriscaldando, un primo cittadino, nel caso specifico espressione di una giunta di centrosinistra, in un comune di tradizioni democratiche come Ronchi dei Legionari, non dovrebbe usare simili argomentazioni che, forse, possono portare qualche voto in più, ma creano un danno enorme sul tessuto e nella coesione sociale della nostra comunità».
@luca_perrino
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