Lo accoltellò dopo una lite Di Blasi patteggia tre anni

Il gip di Gorizia ha accolto la richiesta della difesa dell’uomo che aveva ferito Massimo Sanson e ha confermato gli arresti domiciliari a Siracusa, città natale
Di Franco Femia

Il gip del Tribunale di Gorizia Massimiliano Rainieri ha accolto la richiesta di patteggiamento avanzata da Fabio Di Blasi e gli ha inflitto 3 anni e 4 mesi di reclusione per tentato omicidio. Di Blasi, 31 anni, tre mesi fa, in via Sant’Ambrogio, aveva ferito a coltellate Massimo Sanson, 42 anni, al termine di una lite.

L’applicazione della pena è avvenuta in camera di consiglio e il giudice ha ritenuto congrua la condanna concordata tra l’avvocato Paolo Bevilacqua, difensore di Di Blasi, e il pubblico ministero Alessandra Burra. Di Blasi resta agli arresti domiciliari a Siracusa, sua città di origine. A favore della concessione del rito alternativo secondo l’avvocato Bevilacqua hanno giocato due elementi: le ferite riportate da Sanson non sono state tali da mettere in pericolo la sua vita e la concessione delle attenuanti generiche a Di Blasi per la sua condotta collaborativa durante le indagini.

Il giovane siciliano, infatti, fin dal primo momento ha ammesso subito ogni addebito giustificandolo dal fatto che la sera precedente dell’accoltellamento era stato fatto oggetto di pestaggio da parte di un gruppo di persone che gli avevano provocato la rottura di alcuni denti. La sera successiva Di Blasi, assieme alla fidanzata, si era recato nuovamente in via Sant’Ambrogio, a suo dire, senza alcun intento di rivalsa. Era stato comunque circondato dal gruppetto di persone e tra queste Di Blasi credeva erroneamente fossero le stessi che lo avevano aggredito la sera prima. Ne era nata una colluttazione durante la quale Di Blasi aveva colpito Sanson all’addome con un coltellino a serramanico che portava agganciato alla cintura.

Il feritore si era poi allontanato dal luogo della rissa per far ritorno nella sua abitazione dopo aver gettato il coltello insanguinato in un cestino delle immondizie. Sanson venne ricoverato in ospedale anche se fin dal primo momento non aveva corso alcun pericolo di vita - i medici lo giudicarono guaribili in 15 giorni -, ma il gesto di Di Blasi era tale che il pm fin dall’inizio ha ipotizzato nei suoi confronti l’accusa di tentato omicidio.

Secondo il suo legale, Di Blasi «aveva reagito a una situazione imprevista nella quale era convinto di correre un grave pericolo. Le stesse ferite di Sanson sono più il frutto di colpi difensivi che mirati a uccidere».

Di Blasi era stato arrestato subito dopo il fatto di sangue, avvenuto il 2 settembre scorso, e si era fatto due settimane di carcere a Gorizia prima che il Tribunale del riesame accogliesse la richiesta dei domiciliari.

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