"Lo schianto di Sequals è stato un omicidio-suicidio"

Frontale sulla Cimpello-Sequals: per il pm l'imprenditore morto assieme alla sua ex ha volutamente sterzato contro il camion

POREDENONE Il furgone Ducato che procede a velocità irragionevolmente elevata invade la corsia opposta e va a schiantarsi, senza alcun accenno di frenata, contro il tir che sta procedendo in direzione opposta. Non un incidente stradale. Secondo la Procura di Pordenone l’imprenditore Cristiano Di Paolantonio, 45 anni, ha usato quel furgone, a bordo del quale viaggiava anche l’ex compagna 37enne Temjenlelmla Jamir (cittadina italiana di origine indiana), come uno strumento di morte per mettere fine all’esistenza sua e della donna che gli aveva dato due figlie.

La coppia abitava a Cordenons. Un duplice omicidio-suicidio, dunque, che ha coinvolto anche una terza vittima, il camionista 52enne Florindo Carrer, nato a Pordenone e residente a Cessalto, alla guida del mezzo pesante contro il quale si è schiantato il furgone e che è morto pochi minuti dopo l’impatto. Cristiano e l’ex compagna erano deceduti sul colpo. È una ricostruzione dei fatti terribile, quella che emerge dagli ultimi accertamenti investigativi che hanno portato ieri il sostituto procuratore Maria Grazia Zaina ad aprire un fascicolo per duplice omicidio volontario. Un’ipotesi già presa in considerazione nell’immediatezza dello schianto, che si è verificato lunedì alle 12.10 sulla Cimpello-Sequals a San Giorgio della Richinvelda. Poi, fino a martedì sera, l’eventualità di un gesto deliberato era stata accontonata. Ma ieri mattina sono emerse evidenze che portano inequivocabilmente in quella direzione. Sul caso continuano a lavorare i carabineri del Nucleo investigativo e sono state acquisite testimonianze di persone informate sui fatti, nell’ambito anche della sfera di amici e familiari.

La Procura non esclude che l’intento omicidiario fosse già ravvisabile nello schianto del giorno precedente, un incidente che la magistratura ha giudicato “atipico” dal punto di vista della dinamica e di cui acquisirà la documentazione con i rilievi. A bordo di un altro furgone (quello dell’incidente mortale era dell’agenzia pubblicitaria che gestiva assieme al fratello) Cristiano Di Paolantonio e l’ex compagna erano finiti direttamente contro il muro di un’abitazione e poi contro un palo della luce: era accaduto nel centro abitato di Vittorio Veneto sulla strada del Cansiglio. Lui era rimasto illeso mentre le condizioni di Temjenlelmla erano inizialmente apparse gravi, tanto che era stata trasportata in elicottero all’ospedale di Treviso. Poi, però, gli accertamenti diagnostici avevano escluso il peggio tanto che lunedì mattina era stata dimessa e Cristiano era andata a prenderla a Treviso.

Erano tornati verso Cordenons. Ma alle 12.10 il Ducato condotto da Di Paolantonio, in direzione Sequals e in pieno rettilineo, si era schiantato contro l’Eurocargo Iveco. La Procura esclude un guasto tecnico o un malore. Nel quadro degli accertamenti si tiene conto dei problemi psichiatrici di Cristiano, che era in cura al centro di salute mentale, e delle minacce di farla finita che aveva rivolto alla donna. Lei aveva presentato una denuncia alla Polizia per presunti maltrattamenti fisici e psicologici e si era rivolta all’associazione “Voce Donna”. Era stato attivato anche l’ufficio Minori della Questura. I

l rapporto di coppia sembrava compromesso. Avevano convissuto per 15 anni, ma ora vivevano in case separate. L’esito finale dell’indagine, peraltro, è già scritto: sarà archiviata per morte del reo. Oggi sarà eseguito un prelievo di liquidi biologici sulle tre vittime. Per ora non si ritengono necessarie autopsia, né consulenza tecnica.

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