L’odissea infinita di Saba depredato della sua pipa

I vandali sono tornati in azione, danneggiando la statua realizzata da Spagnoli Il primo furto risale a 12 anni fa. Da allora il monumento non ha mai trovato pace
Di Elisa Lenarduzzi
Silvano Trieste 13/06/2016 Sparita la pipa dalla statua di Umberto Saba
Silvano Trieste 13/06/2016 Sparita la pipa dalla statua di Umberto Saba

Giusto il tempo di tirare qualche boccata dopo dieci anni di astinenza e qualcuno lo ha già costretto a smettere. Di nuovo. Umberto Saba è rimasto ancora una volta senza pipa.

A nulla è servito il bavero anti-vandali fatto realizzare appositamente poco più di un anno fa, quando alla statua creata dallo scultore Nino Spagnoli era stata finalmente restituita l’integrità perduta dopo anni di mutilazioni più o meno volontarie: nella notte tra domenica e lunedì i soliti ignoti (o idioti) hanno sfregiato il monumento posto all’angolo tra le vie Dante e San Nicolò staccando di netto la pipa dalla bocca del poeta. Sulle labbra di Saba e sul bavero del cappotto sono ben visibili le ferite dell’ennesimo sfregio, che costringerà l’autore del Canzoniere a rinunciare, suo malgrado, al vizio del fumo per chissà quanto tempo.

«Ora è prematuro parlare di tempi di ripristino» puntualizza l’assessore uscente alla Cultura, Paolo Tassinari. E non solo per questioni di budget o meramente elettorali, mancando pochi giorni all’elezione del nuovo sindaco: «Il tema si deve raffreddare, sennò diventa un gioco». Della serie: spendiamo soldi, la rimettiamo e dopo due giorni sparisce di nuovo.

La notizia del furto della pipa ha avuto subito un grande risalto anche sui social network, con decine di commenti indignati per l’ennesimo sfregio a uno dei simboli della città.

«Ci tengo a evidenziare che quello fatto da questi incivili è un danno collettivo: all’immagine della città e a tutte quelle persone che guardano la statua e si aspettano di trovare la pipa - ha aggiunto a proposito Tassinari, senza dimenticare una stoccata a chi, pur essendosi accorto dei danneggiamenti, non ha allertato le forze dell’ordine -: il primo obbligo dovrebbe essere quello di denunciare l’accaduto, invece noi stessi abbiamo appreso del fatto dalla stampa».

Quello che è certo è che la statua di Saba sembra destinata a non trovare pace. Prima del restauro avvenuto a maggio 2015 e costato un bel po’ di soldi alla collettività (il Comune aveva stanziato 12mila euro tra il monumento dedicato a Saba e quello intitolato a Nazario Sauro), la scultura era rimasta per ben dieci anni senza la sua storica pipa, diventata, assieme al bastone, una sorta di calamita per i teppisti fin dalla sua prima comparsa in centro, avvenuta nel lontano 2004. A neanche un mese dalla sua inaugurazione, i vandali presero subito di mira la statua, rubando proprio la pipa, quell’elemento così caratteristico che contribuiva a rendere ancora più fedele il ritratto in bronzo del poeta. Nemmeno il tempo di rimetterla a posto con una vite e una saldatura ed ecco che la scena si ripeté di nuovo: pipa strappata dalla bocca di Saba, l’ira di politici e cittadini, tutti a invocare telecamere e videosorveglianza 24 ore su 24. Dopo questo secondo raid, però, la pipa non fu più ricollocata fino al 2015 (se si esclude quella rosa shocking realizzata con una stampante in 3D dal gruppo Morbin).

Le disavventure del povero Saba, però, non finirono qui: scomparsa la pipa, era rimasto pur sempre il bastone. E qui, a metterci lo zampino, ci fu la sfortuna, con ben due rotture “accidentali”. La prima, nel 2013, fu provocata nientemeno che da un bambino di cinque anni: giocando a fare leva sul bastone, lo strappò di mano al poeta. La seconda avvenne un anno più tardi, durante i festeggiamenti notturni seguiti all’ultima tappa del Giro d’Italia: un gruppo di ragazzi stranieri, giocando a rincorrersi, finirono addosso alla statua, azzoppandola ancora una volta.

Lo scorso anno era arrivata la tanto attesa svolta: non solo pipa e statua erano state restituite al suo legittimo proprietario, ma grazie a una modifica al monumento, il restauro venne fatto in un’ottica anti-vandalo. Il bastone venne rinforzato con l’eliminazione dell’anima in gesso (motivo di fragilità) e l’irrobustimento dei tre punti critici costituiti da “soffiature”, mentre per la pipa venne creato un secondo punto di appoggio, alzando il bavero della giacca. Gli scultori Luciano De Tommaso e Alberto Fiorin lavorarono un’intera mattina sotto gli occhi delle decine di triestini che transitavano tra via Dante e via San Nicolò.

Da allora, il nuovo meccanismo anti-furto sembrava aver scoraggiato i vandali e per un anno Saba ha potuto fumare in santa pace. Fino all’altra sera.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo