L’olio di Cherso batte freddo e siccità

FIUME. Nonostante la lunga siccità e le condizioni meteo particolarmente dure in febbraio, quest’anno gli olivicoltori di Cherso (circa 500 famiglie) dovrebbero poter contare su una raccolta alquanto discreta.
A meno di amare sorprese, gli esperti del settore prevedono che l’annata regalerà circa 300 tonnellate di questo tipico frutto mediterraneo, tra le principali fonti di guadagno nell’isola nordadriatica. L’agronomo chersino Franko Fu›i„ tocca ferro e decide di non lanciarsi in pronostici: «Vediamo quale sarà la resa di olive in olio, che è in media del 15 per cento. In pratica, per 100 chili di olive riceviamo sui 15 litri di olio. La resa è minore durante la prima fase di raccolta e aumenta nelle settimane o nei mesi a venire. Quest’anno cominceremo a far venire giù le olive a metà ottobre. Tardare la raccolta per avere più resa? Meglio non farlo perché le olive raccolte nella fase iniziale danno un olio di qualità superiore».
Anche quest’anno le uniche due specie autoctone, la susina di Cherso e l’olivo fianese di Cherso (costituiscono il 90 per cento degli olivi isolani) hanno confermato la loro resistenza alle situazioni meteo più avverse, sconfiggendo la persistente mancanza di pioggia, come pure la neve, bora e salsedine che hanno caratterizzato lo scorso febbraio. A favorire gli olivicoltori è stata anche l’assenza di due insetti, la tignola e la mosca olearia. Quest’ultima ha fatto capolino negli ultimi giorni, ma non in maniera preoccupante e dunque non c’è bisogno di sottoporre gli alberi al relativo trattamento. A Cherso, come altrove d’altronde, le annate non sono quasi mai uguali: le statistiche degli ultimi 35 anni, parlano di sei stagioni con raccolta inferiore alle 100 tonnellate e di sette dove il “torcio” non ha lavorato nemmeno un giorno: l’ anno scorso (a causa della tignola) e poi nel 1988, 1990, 1994, 1996, 1998 e 2000. Sei le annate con quantitativi da 500 a 700 tonnellate, mentre nel 2005 sono state registrate 1029 tonnellate.
La stagione record è datata 2010, con ben 1271 tonnellate raccolte dai 130 mila olivi registrati. Gli utili, quando le cose vanno bene, raggiungono i 2 milioni di euro. Ma sull’ isola quarnerina non si vive di sole olive. Nel periodo gennaio – agosto è stato rilevato l’ arrivo di 90 mila turisti (-5 per cento su base annua) che hanno realizzato 643 mila pernottamenti (-2%). A incidere sui risultati negativi sono stati gli affittacamere (- 25%) e gli alberghi (-9%), mentre invece i campeggi hanno avuto 57 mila presenze (+5%) e 447 mila soggiorni (+10%).
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