L’omaggio dei principi tedeschi nel 60° del regno di Franz Josef

Francesco Giuseppe I (1830-1916) diventa Imperatore d’Austria dopo l’abdicazione dello zio Ferdinando I, avvenuta dopo le rivolte di Vienna del 1848 e le dimissioni del cancelliere Metternich. Aveva appena diciotto anni quando venne incoronato il 2 dicembre di quell’anno e il suo regno di quasi 68 anni ha superato la durata di ogni altro sovrano della sua dinastia. Nell’aprile del 1854 sposa la sedicenne Elisabetta di Baviera, che aveva conosciuto l’estate precedente nella cittadina termale di Bad Ischl: la mitica Sissi interpretata da Romy Schneider nella trilogia dei film del regista Ernst Marischka, prodotti tra il 1955 e il 1957.
Dopo aver assistito quale osservatore alla prima guerra d’indipendenza italiana, che si concluse con la vittoria tutto sommato facile di Radetzky, in occasione della seconda guerra nel 1859, dopo la sconfitta di Magenta decide di guidare di persona l’esercito, rimanendo sconfitto e costretto a cedere la Lombardia alla Francia per essere da questa girata al Regno di Sardegna. Rimase particolarmente impressionato dalla cruenta battaglia di Solferino, che vide contrapposti 60 mila francesi a 40 mila austriaci, con l’esito sanguinoso di quasi 6mila morti e oltre 22mila feriti: una carneficina favorita dalla disorganizzazione dei soccorsi che portò l’anno successivo alla fondazione della Croce Rossa Internazionale per l’assistenza ai militari in guerra. La memoria di quella battaglia determinò infatti successivamente la sua riluttanza alla firma dell’atto di guerra alla Serbia nel 1914, alla quale venne costretto per le tante pressioni ricevute. Già nel 1908 infatti, aveva respinto l’ipotesi di guerra preventiva che il generale Hötzendorf voleva scatenare contro l’Italia, fiaccata in quel momento dal terremoto di Messina, della quale temeva il tradimento alla Triplice alleanza che poi si sarebbe effettivamente verificato nel 1915, con l’attacco dell’esercito italiano.
Oltre che Imperato d’Austria, Francesco Giuseppe fu Re d’Ungheria, di Boemia e di molti altri territori, nonché Conte principesco della Contea di Gorizia e Gradisca che era entrata a far parte dei possedimenti Asburgici nel 1500, dopo la morte senza eredi dell’ultimo Conte di Gorizia, Leonardo.
Sicuramente stimato dai suoi popoli, tanto che ancora oggi il suo ritratto campeggia sui muri di Gorizia e Trieste, in occasione dell’anniversario dell’incoronazione ovunque si tenevano cerimonie commemorative e nel sessantesimo, guidati dall’Imperatore Guglielmo II, al castello di Schönbrunn avvenne la visita dei Principi tedeschi e del sindaco della città libera e anseatica di Amburgo Burchard, vestito di nero. L’incontro si tenne nella sala di Maria Antonietta, la figlia di Maria Teresa decapitata dai rivoluzionari a Parigi nel 1793, sala che prendeva il suo nome dall’arazzo che la raffigurava assieme ai figli e decorata a stucchi bianchi dall’architetto goriziano Nicolò Pacassi, come tutte le altre sale del palazzo che aveva costruito tra il 1743 e il 1749.
Dell’evento avvenuto 110 anni fa, il 7 maggio 1908, venne fatta una litografia tratta da un dipinto di Franz Matsch, grande amico dei fratelli Klimt, che ornato dalla corona imperiale avrebbe poi fatto bella mostra di sé in tanti uffici pubblici, tra i quali allora anche il Comune di Gorizia.
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