L’omaggio di Gorizia alla dinastia dei Ritter
A Straccis tanta gente non la vedevano dal tempo degli scioperi al Cotonificio di fine anni ottanta. E a distanza di trent’anni sempre lì cadiamo, sull’industria goriziana. Merito della dinastia dei Ritter (papà Cristoforo e i figli Ettore e Guglielmo) che dalla metà dell’Ottocento hanno impiantato sulla riva sinistra dell’Isonzo diversi opifici, capaci di allargare le vocazioni dell’allora Nizza austriaca verso il divenire di polo industriale. Poi, i Ritter, hanno costruito il villaggio operai, chiese evangeliche, infrastrutture e palazzi. Come la splendida villa Ritter, appunto, inaugurata ieri dal sindaco Ettore Romoli appena in tempo prima dei divieti della campagna elettorale. Cerimonia sobria ed elegante come il palazzo in stile neoclassico che dovrebbe diventare sede di una scuola superiore di mediazione linguistica.
Villa Ritter è magnifica e il parco in stile romantico inglese, non appena rifinito nei dettagli, saprà incantare i visitatori come incantava gli ospiti dei sontuosi banchetti offerti dai Ritter. Il sindaco Romoli ha detto che sarebbe stato un delitto lasciare nell’abbandono una perla del genere e che, dopo i precedenti fallimenti sulle destinazioni d’uso, forse adesso è la volta buona, ma il pallino è nella mani del Ministero dell’Istruzione. Ha parlato il progettista del restauro Lino Visintini, mentre nella sua contestualizzazione storico-artistica il funzionario del Comune, Emanuela Uccello, ha fatto riferimento alla magnificenza e alla lungimiranza dei Ritter. Che noi, modestamente, paragoneremmo ai fratelli Cosuliche che nel 1908 costruirono il cantiere di Monfalcone e due anni dopo il villaggio operaio di Panzano. Proposta: perché non gemellare idealmente villa Ritter e il restaurando albergo operai di Panzano? Ancora Uccello ha fatto notare, a proposito del gusto e della tasca dei Ritter, che il porticato d’ingresso alla villa richiama per stile quello posto sul retro di palazzo Attems Santa Croce, attuale municipio, abitato in origine dal capostipite della benemerita famiglia. Graditissima sorpresa la presenza all’inaugurazione del barone Manfredo Ritter. architetto residente ad Aquileia dove i suoi avi, dopo l’industrializzazione di Gorizia, bonificarono le paludi ed elevarono tecnologicamente il settore agricolo. Cerimonia e visita guidata hanno interessato molto i tanti goriziani presenti. Per l’occasione riempita d’acqua la fontanella antistante la facciata. Mancavano i pesci rossi. Piacevole confusione a Straccis e riflessione finale: prima dell’inaugurazione due goriziani (uno è consigliere comunale), invitati alla cerimonia, hanno chiesto al passante: dov’è villa Ritter? Ma quante cose i goriziani colpevolmente ignorano di Gorizia?
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