L’opera di Franco Asco, lo scultore “funerario” a Trieste e a Milano

Lo scultore triestino Asco amava i cimiteri. Al Monumentale di Milano ci sono oltre 20 opere funerarie che portano la sua firma, tra i quali le tombe Borrani (una deposizione), Fornasari, Grassi, Werner Parenzo, la stele Cappellini e le cappelle Canto e Viola. E pure il cimitero di Sant’Anna è disseminato di suoi monumenti funerari: le cappelle Tyrichter, Brunelli e DeRosa, un grande Cristo alla tomba Mosconi, il navigatore della tomba Passalacqua, l'enigma della vita e della morte della tomba Grego e due struggenti fanciulle sulle tombe Crismani e Ceretti, la spettacolare tomba Camerino nell’ala sud della galleria monumentale. E naturalmente l’angelo biondo della tomba di famiglia Zambon-Monteverde.

Franco Atschko (italianizzato Asco) nacque nel 1903 a Trieste da madre di origine polacca e padre toscano che però non lo riconobbe trattandosi di una relazione segreta. Ospitato dalla Pia Casa dei Poveri nel 1916, fu un talento precoce nella nella scultura tanto che, nel 1917, realizzò un busto dell'imperatore Francesco Giuseppe. Frequento le accademie di Vienna, Venezia e Roma.

Con l'avvento del fascismo, il suo nome venne italianizzato in Asco. Amico e maestro del più giovane Marcello Mascherini, a Trieste realizzò le figure a bassorilievo per il coronamento della Stazione Marittima e per la Capitaneria di Porto, mentre assieme a Mascherini completò le statue di giuristi romani sul palazzo del Tribunale. Tra le sue opere anche la figura della vergine dorata sulla sommità della colonna di Piazza Garibaldi. Asco morì a Milano nel 1970. —

Fa.Do.

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