L’orologio delle Poste torna a scandire le ore

Aveva scandito le ore, gli appuntamenti, gli arrivi in anticipo e i ritardi di generazioni di goriziani. Grande, rotondo e in posizione strategica, l’orologio delle Poste di Gorizia era diventato un riferimento sicuro.
Poi, per parecchi anni, il tempo si era fermato. Il grande orologio aveva smesso di funzionare e, periodicamente, i goriziani chiamavano la redazione o inviavano lettere al giornale per indicare il malfunzionamento. In tempi in cui tutti siamo connessi, c’è ancora qualcuno che vuole romanticamente scoprire che ora è guardando in alto, all’orologio “pubblico”. Ed è così che, a furor di popolo, il dispositivo è stato finalmente riparato. E non è stato un gioco da ragazzi.
L’orologio, anzi gli orologi sono installati nella torre dell’Orologio ad una quota di circa 25 metri e i motori e i meccanismi-lancette sono racchiusi in nicchie apposite all’interno della torre. Da svariati anni i meccanismi erano fermi per «mancanza di tecnici specializzati sul territorio esperti in dispositivi così antichi», spiegano i vertici delle Poste di Gorizia.
Dopo una ricerca meticolosa e non facile, è stato affidato il lavoro alla “Trebino” che oltre ad essere la ditta fabbricatrice di questi orologi sin dal 1932, anno di costruzione dell’edificio di Poste Italiane di Gorizia, ha eseguito anche l’installazione del nuovo orologio nel Palazzo di Poste Italiane di Bergamo, ed è una delle poche aziende specializzate in orologi da torre.
L’intervento ha visto la sostituzione della centralina al quarzo a servizio dei due orologi ed i ricevitori/servomotore per vetustà. Il nuovo motore pilota installato è una centralina elettronica con cambio automatico Ora legale, tipo “Tower sat 3000”, assai più evoluto rispetto all’esistente.
Il tutto è stato eseguito in una giornata di lavoro avendo la ditta installatrice predisposto i pezzi in officina e tutti gli elementi necessari, costruiti ad hoc per la specificità dei meccanismi e dell’allocazione. La Torre, che da concezione architettonica rappresenta un forte segnale urbano, con il ripristino del funzionamento delle lancette illuminate a led dell’orologio, ritorna da essere segno distintivo del Palazzo postale.
Non mancano altre curiosità. Gli orologi di Gorizia, essendo stati installati nel 1932, sono tra le prime installazioni della produzione della ditta nata nel 1824, di cui esiste anche un museo a Uscio. «È un intervento che abbiamo fortemente voluto e perseguito», spiega il direttore provinciale delle Poste isontine Dino Massimiliano Conte che, sin dal suo insediamento nel capoluogo isontino, si è subito appassionato alle sorti di un palazzo dalle caratteristiche uniche e singolari.
Anche a Gorizia, il palazzo delle Poste prevede la presenza di una torre (è così a Massa, a Grosseto, a Ferrara, a La Spezia) che serve sì a connotare l’edificio e a renderlo riconoscibile su scala urbana, ma serve anche ad accogliere opere d’arte. I setti murari con i mattoni faccia a vista, la forometria di facciata segnata dalle piattabande, la scansione orizzontale dei coronamenti in massicci elementi in pietra d’Aurisina sono tutti elementi che enfatizzano gli spessori delle murature contribuendo ad incrementare il voluto effetto monumentale.
Una particolare cura si riscontra nella realizzazione dei serramenti, realizzati in legno, ove il disegno rettangolare delle specchiature si integra pienamente alla scansione dei piani di facciata, oltre che nella scelta e nell’apparecchio dei rivestimenti e delle finiture interne. I rivestimenti in pietra lucida del Vallone con pavimento di mosaico in porcellana, le porte e le finestre delle sale del pubblico munite di cristalli molati o le finestre della torre munite di vetri velati a gran fuoco, tutti solo in parte conservati, costituiscono importanti aspetti distintivi delle tecniche costruttive dell’epoca.
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