L’orso biondo catturato e poi liberato in Carnia FOTO E VIDEO

TRIESTE Un giovane orso di 189 chilogrammi è stato catturato nella tarda serata di sabato scorso, mentre scorrazzava sulle pendici del monte Lovinzola di Verzegnis, in provincia di Udine. Il plantigrade, che è stato ribattezzato con il nome di Francesco, potrebbe essere una vecchia conoscenza degli studiosi dell'Università di Udine. Sono stati loro, insieme agli agenti della Polizia locale, ai volontari dell'associazione Il Villaggio degli orsi e grazie anche al supporto del Corpo forestale regionale e della riserva di caccia di Verzegnis, a portare a termine la difficile operazione di cattura.
L'orso Francesco, un bellissimo esemplare contraddistinto dalla pelliccia chiarissima, color beige, quasi certamente è giunto in Carnia dalle montagne del Trentino. Gli studiosi infatti sono convinti si possa trattare del cosiddetto esemplare chiamato M4, nato in quelle zone nel 2008, fratello del più noto M3. Entrambi gli animali, figli dell'orsa KJ2, si sono fatti conoscere per le numerose predazioni di animali da allevamento.
Francesco, in particolare, prima di emigrare verso il confine nordorientale, si è lasciato alle spalle una scia di morti, fra ovini e caprini; e anche una scia di aspre polemiche. «Nel corso del 2014 - ricorda Stefano Filacorda, ricercatore che dirige e coordina gli studi sulla fauna selvatica per l'Università di Udine - aveva imperversato nella zona di Asiago, dove era stato rinominato Genè o "il biondo". Qui aveva predato oltre 29 tra vitelli e manze, creando molte situazioni di conflitto con gli allevatori locali che avevano portato le autorità regionali a decidere di catturalo, anche sulla spinta di numerose richieste di abbattimento». La sua successiva scomparsa in Val Sugana, infatti, aveva fatto pensare a una morte per bracconaggio.
Il ritrovamento di Francesco, che dovrà trovare riscontro nelle analisi genetiche, ha invece confermato la teoria che lo voleva in fuga verso la Carnia, dove nei primi mesi della scorsa estate erano state denunciate numerose razzìe ai danni delle arnie, soprattutto nella zona di Preone, Verzegnis, Socchieve e Ampezzo, senza però fare mai danni al patrimonio bovino e ovicaprino, precisano gli esperti dell’Università di Udine. La curiosità ha però condotto il plantigrade all'interno di una gabbia che si è chiusa al suo ingresso.
L'orso è stato immediatamente sedato in modo da poterlo sottoporre alla pesatura, ai prelievi di sangue e a quelli di pelo, e per consentire ai ricercatori di dotarlo di un collare satellitare. Francesco "il biondo" si è risvegliato dall'anestesia poche ore più tardi, riprendendo a macinare chilometri sul versante ovest del Lovinzola, a quota 1600 metri, nella Val di Preone. Il collare satellitare permetterà di conoscere la sua esatta posizione per un periodo non superiore ai diciotto mesi. In questo modo si potrà conoscere le abitudini di questo esemplare, prevenendo al contempo i possibili danni al patrimonio zootecnico.
«Il collare satellitare - continua Filacorda - attraverso un sistema Gps, consente la sua localizzazione allo scadere di ogni ora. Sul collare, inoltre, vi sono dei sensori che permettono di rilevare i movimenti della testa e la temperatura corporea. Quella di Francesco è la sesta cattura di un orso che viene portata a termine dai ricercatori dell'ateneo friulano, grazie a un ottimo lavoro di squadra che ha coinvolto oltre una decina di persone. Fra queste, gli operatori della riserva di caccia di Venzone, che hanno fornito preziose informazioni per oltre un anno sugli spostamenti del grosso animale».
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