Lotta ai tumori al seno Gorizia all’avanguardia

Per sconfiggere il cancro al seno, la prevenzione e la diagnosi precoce sono le armi fondamentali. Per raggiungere questo obiettivo, l’ospedale di Gorizia è stato dotato di una tomosintesi mammaria, una tecnologia all’avanguardia di imaging tridimensionale che permette di ricostruire figure volumetriche (3D).
Tecnologia
all’avanguardia
L’Ass isontina l’ha acquisita per il San Giovanni di Dio in questi giorni, confermando il reparto di Radiologia come polo di eccellenza nella prevenzione e cura dei tumori della mammella.
«Questa tecnologia – sottolinea con giustificato e comprensibile orgoglio il responsabile della radiologia goriziano, il dottor Piero Pellegrini – è la prima installata in Italia, la seconda in Europa, dopo Parigi». Ma quali sono le sue caratteristiche? Grazie a questa tecnologia, con la stessa dose di radiazioni non abbiamo più un’immagine bidimensionale, ma tridimensionale. È come dire che invece di vedere una sola immagine mammografica, in cui si sommano e si sovrappongono tutti i dati, si vede una serie di immagini in cui sono messi a fuoco dettagli diversi a seconda della loro profondità. Le applicazioni sono varie e permettono sia di individuare lesioni più piccole sia di risolvere dubbi diagnostici, confermando o annullando un reperto visto alla mammografia tradizionale o alla mammografia eseguita nell’ambito del programma regionale dello screening mammografico. Secondo gli ultimi dati sull’incidenza e la prevalenza del cancro della mammella nella popolazione femminile italiana il numero di nuove neoplasie mammarie si attesta su valori sempre superiori a 40 mila all’anno, con un trend in aumento: erano 41.608 nel 2000 e in 6 anni si è registrata una crescita del 13,8%; il maggiore incremento percentuale del numero di nuovi tumori della mammella si riscontra nelle donne di età compresa tra 25 e 44 anni.
Diagnostica
senologica
«Già da più di un anno, la mammografia è stata implementata con la tecnologia contrastografica – spiega la dottoressa Martina Locatelli –. L’indagine eseguita in associazione al mezzo di contrasto iniettato in vena, ha aggiunto dati fondamentali a numerosi casi clinici selezionati. La evidenziazione di reperti patologici che catturano il mezzo di contrasto si è rivelata particolarmente utile nella stadiazione preoperatoria delle pazienti con tumore accertato al seno e in diversi casi controversi ed è risultata determinante nelle pazienti impossibilitate, per vari motivi, ad eseguire la risonanza magnetica nucleare».
«Ma l’ospedale di Gorizia – ci tiene a precisare il dottor Pellegrini – ha raggiunto questi livelli attraverso un team multidisplcinare che coinvolge non solo la radiologia ma anche la diagnostica anatomopatologica, la fase chirurgica ed oncologica pre e post-operatoria che provvede a garantire ormai da molti anni una esperienza consolidata di qualità nella gestione delle donne con tumore al seno dell’area isontina». Questa esperienza ha dato i suoi frutti anche in ambito di ricerca con un progetto finanziato dall’Airc in collaborazione con il prestigioso centro di ricerca internazionale Icgeb di Trieste.
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