Lucchesi vendeva agli jugoslavi 250 passeggini al mese

I novant’anni del negozio di via Carducci. La titolare: «Passerà il momentaccio. Continuo ad amare questo lavoro»

Sono novant’anni che Luser, custode intagliato nel legno di faggio con in mano chiavi e lampada, dal soffitto scruta la porta del negozio Lucchesi di via Carducci. È uno spirito del bosco, selvaggio e forte, come le corna di cervo, fantastico prolungamento del suo corpo. Nel negozio di Lucia è sempre Natale tutto l’anno; i due grandi abeti che dominano i locali, luccicano di preziosi cristalli Swarovski, fra palle colorate di vetro, accanto ceste di animali intagliati nel legno, decori di tradizioni nordiche e in questi giorni centinaia di abiti e maschere di carnevale. I mobili di legno massello hanno ghirlande di fiori dipinte attorno alla data 1923; contengono maglioni tirolesi fatti a mano, vestiti tradizionali pizzi e suppellettili. «Quando il negozio è chiuso - spiega Lucia - sono in viaggio nei paesi del nord a fare acquisti». Era maggio quando il nonno Lodovico Lukežic aprì la libreria di fronte, per vedere direttamente quanto stampato nella tipografia di via Favetti. «Erano oltre 60 gli operai, aggiunge Lucia, che lavoravano per il nonno e poi con il papà Vladimiro nella stamperia e nella falegnameria». Oggi lei è sola in negozio, i due figli Andrea e Benedikt studiano. «È un lavoro impegnativo, anche 10 ore al giorno, ma io lo amo - spiega Lucia - e spero che vi sarà continuità». Accanto al negozio di balocchi e meraviglie Lucia vende anche passeggini e carrozzine. «Negli anni ’70, ai tempi della Jugoslavia si vendevano 250 passeggini al mese, oggi neppure in un anno. Sono ottimista, usciremo dalla crisi offrendo cose originali e belle, allora il cliente è disposto a spendere». Il carnevale è uno dei momenti di grande attività del negozio. «Le maschere dei politici vanno per la maggiore - sorride Lucia - le faccio arrivare dalla Germania».

Margherita Reguitti

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