L’ultima strada d’Italia asfaltata dalla Slovenia

Impossibile non scorgere, già a diverse decine di metri dal confine, il nero intenso dell’asfalto appena steso, che fa a cazzotti con le tinte pastello che colorano i declivi del Collio in una rigida...

Impossibile non scorgere, già a diverse decine di metri dal confine, il nero intenso dell’asfalto appena steso, che fa a cazzotti con le tinte pastello che colorano i declivi del Collio in una rigida giornata d’inverno. Il fine giustifica però i mezzi, che in questo caso hanno le sembianze di rulli possenti, camion di bitume, operai indaffarati: dopo anni di polverosa attesa, ridotto a una mulattiera, il tratto di strada in prossimità dell’ex valico di Poggio San Valentino è stato finalmente asfaltato. Ci hanno pensato le squadre di operai del Comune di Brda a sanare un’anomalia dai connotati quasi fantozziani: fino alla scorsa settimana, la striscia d’asfalto che da Costabona porta al vecchio posto di blocco di Podsabotin si fermava a venti metri dalla linea confinaria: superata l’asta rossa di ruggine su cui un tempo svettava la bandiera italiana, l’asfalto cedeva il posto alla ghiaia. Un intermezzo di sabbia e sassolini che s’interrompeva nuovamente dopo appena venti metri, appena varcato il confine sloveno, per lasciare spazio nuovamente al manto bituminoso.

Ora della polvere resta solo il ricordo: è bastata una mezza mattinata di lavoro degli operai che prestano servizio nel Municipio di Brda per restituire un po’ di dignità a uno degli ex valichi agricoli del Goriziano, maltrattato dai soliti balletti della burocrazia, che generano rimpalli di competenze che, come in questi casi, possono protrarsi per sessant’anni.

«La strada è in queste condizioni dalla fine degli anni Cinquanta, quando un’esondazione della Piumizza causò diversi danni tra San Mauro e Quisca», aveva raccontato al Piccolo due settimane fa la signora Marija, che abita appena oltre il confine, in una casa circondata da vigneti che producono ottimi bianchi. Si era lamentata più volte, inascoltata: per anni ha dovuto fare i conti con la polvere e il fango che a stagioni alterne s’impossessavano di quella terra di nessuno.

Il pragmatismo sloveno ha avuto il meglio sulla elefantiaca burocrazia: in due settimane gli operai hanno predisposto il fondo, circoscritto l’area dell’intervento segnando l’asfalto preesistente e provveduto a stendere il bitume. (ch.se.)

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