L’ultimo saluto a Scarano «Si battè per tutta la città»

Monsignor Zorzin celebra i funerali. Il sindaco Ziberna: «Punto di riferimento»  Il nipote De Nicolo, capo della Procura di Udine: «È stato un maestro di vita»
Bumbaca Gorizia 21.11.2019 Funerale Scarano © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 21.11.2019 Funerale Scarano © Foto Pierluigi Bumbaca



Il libro delle firme e il labaro della città di Gorizia listato a lutto. Una processione composta di amici e semplici cittadini ha salutato per l’ultima volta Antonio Scarano nella parrocchiale del Sacro Cuore. «La morte ci destabilizza sempre è ci rende precari difronte a questa realtà. Proprio perché precari davanti alla morte e alla vita abbiamo bisogno di bussare al cuore del Signore che ci aiuti a viverla nella maniera migliore», le parole del vicario generale della arcidiocesi, monsignor Armando Zorzin, che ha presieduto la concelebrazione per il funerale dell’ex sindaco di Gorizia che, dal 1980 al 1992, ha amministrato la città.

Una chiesa gremita di pubblico e di tanti amici ed estimatori che hanno voluto esternare la propria vicinanza al figlio Enrico e alla sorella Anna, nel ricordo di una persona che ha lasciato una forte impronta del suo operato. C’erano gli uomini della sua giunta, alcuni primi cittadini dal passato democristiano ma anche chi non stava nel partito dello scudo crociato. «In questo momento di dolore abbiamo motivo di ringraziarlo – ha sottolineato Zorzin, tracciando il percorso di Scarano – per la sua testimonianza di fede che ha coltivato durante la sua lunga esperienza di vita. Ringraziarlo altresì per la sua vita famigliare che ora trova la certezza e la gioia di incontrare, nella pace celeste, la sua amata figlia Angela e la sua adorata consorte Maria. E in fine un grazie come sindaco della nostra città che lo ha visto protagonista di una intensa stagione di attività svolta sempre con impegno, disponibilità, e grande spirito di servizio».

Antonio Scarano ha trascorso la sua gioventù nell’indimenticato istituto Stella Matutina, dove si è sentito intensamente compartecipe di tante attività. Tra queste è stato uno dei principali e più apprezzati attori della gloriosa compagnia teatrale Serenissima che, negli anni ’50 aveva entusiasmato il pubblico della città. Ma soprattutto aveva vissuto le grandi idealità mariane ed ignaziane che lo hanno poi accompagnato lungo il cammino della vita.

Monsignor Zorzin era affiancato nella celebrazione da don Carlo Bolcina, don Sergio Ambrosi, don Renzo Boscarol e don Fulvio Marcioni. Toccante, al termine del rito religioso il saluto del sindaco Rodolfo Ziberna all’«amico Antonio» che è stato per lui il vero punto di riferimento nella gestione della giunta comunale in qualità di giovane assessore. «Era stato per me un grande piacere ascoltare le sue parole, i suoi consigli e i suoi orientamenti circa le decisioni da prendere, che portavano sempre – ha detto il sindaco con fascia tricolore – a una positiva condivisione sulle diverse progettualità poste in atto. Un uomo saggio e avveduto che ho sempre stimato ringraziandolo per tutto quello che mi ha insegnato». Altrettanto commoventi le parole dell’ex consigliere comunale Luigi Coana che, pur militando in un’altra formazione politica, che era quella dell’Msi, ha voluto ricordarlo con tanta stima e affetto per quello che ha fatto per la città. «Scarano si è sempre battuto perché Gorizia non fosse mai considerata una parente povera rispetto alle altre città della regione – ha sottolineato Coana – ritagliandone sempre una collocazione degna del suo passato come città di cultura, di dialogo, e di incontro».

Anche don Fulvio Marcioni, decano della città e parroco di Campaguzza, ha voluto sentirsi vicino al sindaco nel ricordo per quando era giovane cappellano in Duomo dove egli partecipava tutte le domeniche alla messa di mezzogiorno e, in particolare, alle feste dei patroni della città conferendo a tutti un’ufficialità di rappresentanza solenne e piena di sentita compartecipazione. Un ricordo personale di riconoscenza altresì da parte di don Fulvio per avere omaggiato suo padre Luciano del sigillo trecentesco del Comune per la nomina di maestro di lavoro dopo oltre 40 anni di servizio svolto alla Safog.

L’ultimo toccante pensiero per il «caro zio Antonio» è stato rivolto dal nipote Antonio De Nicolo, capo della Procura della repubblica di Udine, che ha voluto ricordarlo per «la profondità della sua cultura infondendo con grande semplicità a tutti i suoi nipoti il suo valore nel continuare ad coltivare l’affascinate bellezza del sapere. È stato sempre un uomo di bontà, ora lo ricordano con tanto affetto e amore come autentico maestro di vita sempre pronto all’aiuto e alla solidarietà». –



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